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SULMONA – Una vita dedicata all’arma dal quale si è congedato lo scorso anno solo per motivi familiari e all’Arciconfraternita della Santissima Trinità che ora amministra come componente del Consiglio Direttivo. La storia di Carlo Di Ruscio, maresciallo in congedo, è già diventata virale sui social e ripropone uno spaccato della quotidianità che ogni lunedì la nostra emittente televisiva racconta con la rubrica “Vivere la Vita” che dà voce a chi non ne ha. Non al politico di turno o al personaggio in cerca di notorietà ma a donne e uomini che si sono distinti sul territorio per la loro attività professionale, istituzionale e sociale. Centinaia di puntate che hanno chiamato a raccolta personaggi più e meno conosciuti. Ieri sera è toccato a Di Ruscio, all’umile “servitore dello Stato” come si è definito lui stesso. Il gigante buono dell’arma dei Carabinieri che metteva di buon umore anche chi incappava nel controllo dei Nas dove lavorava. Il Carabiniere che arrestava con il sorriso e con non ha dimenticato nessun particolare della sua carriera che si è chiusa, per sua scelta, alla sola età di 50 anni. “La legge è uguale per tutti ma non tutti sono uguali di fronte la legge”- ha esordito Di Ruscio raccontando la cerimonia di giuramento che convinse il padre inizialmente scettico per l’allora “Carletto” che abbracciava l’arma. Ma anche ha ricordato la telefonata di Emilio Fede quel giorno di Natale di tanti anni fa, a Milano, quando lamentò di essere stato intossicato da un ristorante della zona che poi venne multato. E ancora il salvataggio di un ragazzo dato per spacciato, in provincia di Vicenza. Era stato rinvenuto privo di sensi in un canale irriguo dopo un incidente stradale. Solo la prontezza dei riflessi del maresciallo salvò il giovane che incontrò di nuovo qualche anno dopo in Tribunale. Non meno importante il senso di appartenenza all’arcisodalizio trinitario che ha vissuto sin da ragazzo. Nel 1986 portò per la prima volta in processione la bara del Cristo Morto per poi arrivare qualche anno fa a farsi eleggere nel Consiglio di Amministrazione. Ogni anno aspettava la Settimana Santa per preparare il saio rosso e la mozzetta verde che indossava il cugino Camillo, segno di una fratellanza consolidata tra i due sodalizi. Una storia, quella del maresciallo in congedo, più larga che lunga per dirla con una battuta perché una delle sue doti è quella di sdrammatizzare e scherzare. La trasmissione sarà trasmessa in replica venerdì alle ore 15.30 ma è già disponibile sul nostro sito internet www.ondatv.tv o sulla nostra piattaforma di youtube nella sezione video caricati.

Andrea D’Aurelio

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