Si sono svolti ieri pomeriggio i funerali di Francesco Ulanio, medico di Celano deceduto mentre si apprestava a fare la sua rituale corsetta. L’autopsia ha rivelato che la causa è stata una ‘fibrillazione ventricolare’, quindi tutto rimesso al caso, al destino che nei confronti di quest’uomo e della sua famiglia è stato troppo breve! “Ringrazio il Signore per averci fatto incontrare, per il nostro amore e per il dono dei nostri figli ma ora chiedo a Lui la forza per andare avanti”. La moglie lo ha salutato così, per l’ultima volta dall’altare, quell’amore che ha accompagnato tutta la sua vita.
La chiesa di San Giovanni a Celano era gremita di tutte quelle persone che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto dare l’addio: al medico di famiglia, conosciuto e stimato in tutta la Marsica. Atleta a livello agonistico, Ulanio era anche l’allenatore dei bimbi dell’Avezzano Rugby, che lo hanno prima aspettato per accompagnarlo in chiesa e poi alla fine della celebrazione lo hanno salutato con l’ultimo urlo, quello che finora erano stati abituati proprio dal loro allenatore a fare prima di ogni competizione, in campo. Anche sulla sua bara tante le maglie che hanno accompagnato la vita sportiva del dottore. La moglie ha chiesto di non acquistare fiori o palloncini ma di fare donazioni all’Avezzano Rugby, la società per cui il marito si era speso tanto, dove i giovani imparano ad essere sportivi, agonisti, con valori sani. 
“Quello che era Francesco si costruisce giorno per giorno, non si improvvisa”, ha detto don Ilvio nella sua omelia, “come non si improvvisa essere un buono e stimato medico. Il dottore Ulanio si è distinto nella fase emergenziale della pandemia e lo ha fatto con costanza, lungimiranza. Ha saputo tenere ferma la mano sul timone e reggere forte la nave mentre veniva sballottata dalle onde. Ha saputo avere pazienza con le persone. Non si improvvisa neanche essere un atleta, uno sportivo di questo calibro perché alla passione ha unito anche la disciplina ha allenato i più piccoli e questo vuol dire riuscire a trasmettere i veri valori che lo sport vuole diffondere. Si può dire che l’unica cosa improvvisa nella vita di Francesco è stata la sua morte. Lo stiamo dicendo in una chiesa che per lui era una seconda casa”.