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SULMONA – Sarà processato con rito abbreviato per la “centrale di spaccio” scoperta nella sua abitazione mentre basterà una messa alla prova per la cessione di sostanza stupefacente. Lo ha deciso il giudice del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, che ieri ha celebrato il processo per direttissima che vede imputato il 52 enne di Pratola Peligna, F.E., tratto in arresto lo scorso 19 maggio dalla Polizia al termine di un’operazione antidroga che ha portato al sequestro di quasi due etti di cocaina. Il quadro accusatorio si è allentato per la contestazione della vendita di sostanza stupefacente. Riconoscendo la lieve entità, il giudice ha recepito le istanze degli avvocati difensori, Maurizia Sciuba e Vincenzo Margiotta, che hanno chiesto la messa alla prova. Il 52 enne sarà processato con rito abbreviato per l’altro capo d’imputazione, quello più pesante, che fa riferimento alla “centrale di spaccio”, ovvero ai 180 grammi di cocaina ben occultati in un’intercapedine della sua abitazione pratolana, dove sono stati rinvenuti bilancini di precisione e materiale per il confezionamento della sostanza. L’uomo era stato fermato, dopo un lungo pedinamento, nella cittadina peligna mentre cedeva un grammo di cocaiana a un assuntore del posto, segnalato al Prefetto dell’Aquila. Sottoposto a perquisizione personale, gli agenti del Commissariato gli hanno trovato 800 euro in contati. Da lì è scattata la perquisizione domiciliare e l’arresto in flagranza di reato, convalidato dal Tribunale con la misura cautelare dei domiciliari, tuttora in atto.

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