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SULMONA – Sei mesi di reclusione e 1500 euro di multa. E’ questa la pena ( sospesa) inflitta dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, ad un agronomo di 50 anni, che era finito sotto processo per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, per aver detenuto quattro piante di cannabis ( di cui due morte) sul balcone della sua abitazione. Una piccola piantagione grazie alla quale, secondo la Procura, poteva ricavare circa 1500 dosi giornaliere da rivendere sul mercato. A scoprire quella coltivazione domestica sarebbe stato, quasi per caso, un drone in uso ad un privato mentre sorvolava il quartiere dove l’imputato risiede, nel corso di una festa. La segnalazione è quindi finita sul tavolo della Guardia Di Finanza di Sulmona che ha fatto scattare l’inchiesta, effettuando una perquisizione domiciliare a casa del 50 enne. La sostanza è stata analizzata per ben due volte. Il principio di Thc è risultato nella media. L’avvocato difensore, Stefano Michelangelo, ha ribadito il carattere rudimentale e domestico della coltivazione della sostanza come pure, lo stesso agronomo, ha spiegato al giudice che quella detenzione altro non era che ad esclusivo uso personale per un “pollice verde” vista la passione e le competenze dello stesso in materia. Una tesi che non ha convinto il giudice che ha pronunciato la sentenza di condanna a sei mesi di reclusione, ovvero il minimo previsto dalla legge, oltre a 1500 euro di multa. La pena resterà sospesa ma c’è da giurare che la sentenza sarà appellata.

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