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SULMONA – La clinica San Raffaele di Sulmona reitera la richiesta di centro Covid alla Regione Abruzzo ma solo per pazienti che escono dalla fase acuta. L’istanza è stata depositata di recente. Da quanto si apprende la struttura sanitaria avrebbe presentato la sua candidatura per mettere a disposizione un’ala della struttura per pazienti Covid estubati, che escono cioè dalla terapia intensiva e dalla fase acuta dell’infezione, per la successiva riabilitazione. Una richiesta specifica quella arrivata dalla San Raffaele alla Regione Abruzzo che risponde anche all’attività di eccellenza posta in essere dalla struttura. Non si tratterebbe quindi di una candidatura tout court, come da notizia filtrata ieri nell’incontro da remoto tra i sindaci del Centro Abruzzo, ma di un centro per i pazienti che riescono a superare la terapia intensiva e hanno bisogno di negativizzazione e riabilitazione. Sulla ricerca di strutture per trattare i Covid è intervenuta oggi la consigliera comunale, Elisabetta Bianchi, nella sua versione reporter per commentare la rassegna stampa, contestando al sindaco che “non può perorare la causa di una struttura, nei confronti della quale non abbiamo niente da obiettare, intervenendo nella procedura di evidenza pubblica di Regione Abruzzo”. Ieri sera in ogni caso non si è parlato solo della San Raffaele e della difficoltà a ricevere i report ufficiali, la grande criticità del momento verrebbe da dire, ma anche del potenziamento del personale del pronto soccorso, in termini di strutture e personale. Anche quella è una delibera di giugno, ma il progetto esecutivo è stato depositato solo nella giornata di ieri, come annunciato da Marco Marsilio, Presidente della Regione Abruzzo di Fratelli d’Italia. Il governatore non ha reso noto un intervento cantierato in precedenza ma lo stato di avanzamento dello stesso, in piena pandemia, con i pazienti che continuano a stazionare nel pre-triage dell’ospedale di Sulmona in attesa di ricovero, con una evidente difficoltà a separare i percorsi Covid e no Covid. Le carte, è vero, bisogna studiarle. Ma toccare con mano tempestivamente i problemi della quotidianità non sarebbe male.

Andrea D’Aurelio

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