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SULMONA – “Senza un preavviso, senza un saluto, con la sola maleducazione di una funzionaria comunale che appella i frequentatori del Centro giovani come nemici del Comune”, per dirla con le parole del responsabile, Antonio Franciosa. Per il Centro Giovani sulmonese è arrivato lo “sfratto” dalla sera alla mattina. La reazione a catena arriva dalle forze politiche, dal Movimento Cinque Stelle a Sbic, che non hanno digerito la linea adottata dal Comune, soprattutto nei confronti di quei pochi giorni che non hanno perso l’entusiasmo di operare in città. “Formalmente sappiamo bene che questa scelta è dovuta alla convenzione scaduta tra la cooperativa N.O.S. e il comune stesso, ma non comprendiamo assolutamente il ritardo nel rinnovo e/o di un nuovo bando per la gestione del centro di aggregazione”- fanno notare i grillini sulmonesi ritenendo che “tutte quelle attività inclusive e di scambio culturale che il centro di aggregazione giovanile proponeva vadano potenziate e arricchite con più investimenti da parte dell’amministrazione comunale che “verrà ricordata non solo per la sua incapacità di programmazione delle politiche giovanili, ma anche per aver chiuso l’unico spazio gratuitamente fruibile alle nuove generazioni”. Sbic rincara la dose. “Abbiamo bene in mente che i nemici della città sono altri: è il Comune stesso che fa di tutto per spegnere qualsiasi ipotesi sociale e culturale. Non ci faremo deprimere da questi quattro imbonitori della politica politicante: anche i cittadini dovranno mettere mano alla determinazione di riportare Sulmona alle condizioni in cui è stata prima di questo deserto”- conclude il movimento. Il Centro nacque in seguito ad un progetto del 1996 e, nel corso degli anni, ha rappresentato sempre un luogo di ascolto, dialogo e confronto per accompagnare i ragazzi nel percorso di crescita e costruzione dell’identità. E’ stato anche un luogo di incontro e aggregazione nel quale fare esperienza di convivenza con pari età ed adulti creando uno spazio di gioco e proponendo un modo alternativo di stare insieme per evitare il rischio della solitudine e dell’isolamento dei giovani. Già. L’isolamento.
Andrea D’Aurelio

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