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SULMONA – “Attendo di leggere gli atti e mi riservo ogni iniziativa a tutela”. Il sindaco, Annamaria Casini, che per la lotta contro la Snam riconsegnò la fascia a suo tempo per poi ritirare le dimissioni, ritiene che il punto nascita deve essere salvaguardato con atti e non con mobilitazioni. Per questo sta valutando un’azione legale dopo aver letto gli atti del Ministero che ha chiesto ieri la data perentoria di chiusura.  “Il valore dei piccoli ospedali e dei servizi essenziali più vicini ai cittadini si è reso ancora più evidente in questi mesi di emergenza, così come il fallimento della politica sanitaria dei tagli di cui anche la chiusura del Punto Nascita di Sulmona è diretta conseguenza, come la pessima gestione di questa emergenza”  interviene la Casini secondo la quale “la chiusura del reparto sancirà il fatto che il Presidente Marco Marsilio e l’assessore Nicoletta Verì non hanno mantenuto nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale. Si assumano ora le loro responsabilità e mettano mano una volta per tutta alla rete ospedaliera allocando anche risorse regionali se necessario, perché finalmente si dia stabilità al Punto Nascita di Sulmona nell’interesse di una vasta area montana. Attendo di leggere gli atti e mi riservo ogni iniziativa a tutela”. Intanto la senatrice pentastellata, Gabriella Di Girolamo, chiama a raccolte le forze politiche intorno all’ennesimo tavolo per “tracciare una linea comune volta a chiedere formalmente alla Regione Abruzzo e all’assessore Verì quali siano stati gli impedimenti per attuare gli investimenti assicurati dal centrodestra regionale in campagna elettorale per mettere in sicurezza questo Punto Nascite che, ad oggi, permetterebbero di garantire il diritto di tutte le mamme del territorio di essere assistite e partorire a Sulmona”. “A distanza di due anni, ci troviamo nella medesima situazione che indusse il Comitato Percorso Nascite nazionale del Ministero della Salute ad esprimere parere negativo alla richiesta di proroga chiusura del Punto nascita di Sulmona- conclude Di Girolamo parlando di due anni di “assordante silenzio” da parte della Regione.

Andrea D’Aurelio

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