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SULMONA – Hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato padre e figlio di Pratola Peligna, di 46 e 20 anni, finiti nel mirino della giustizia per i colpi di pistola contro le abitazioni. La richiesta, al giudice Alessandra De Marco, è stata presentata dai rispettivi legali, Angelo Pace e Mario Iacovone, all’indomani del giudizio immediato disposto dal Gip. Ne consegue che ora, essendo la richiesta intervenuta nei termini di legge, si dovrà fissare una nuova udienza. Padre e figlo sono considerati dagli investigatori i presunti autori degli atti intimidatori posti in essere a Pratola Peligna il 4 febbraio dello scorso anno e a Raiano il 20 maggio. La svolta nelle indagini era arrivata nei mesi scorsi quando i Carabinieri avevano fermato e arrestato il 46 enne con una pistola nell’auto calibro 765. Procedimento, per il quale, si procede ugualmente con giudizio immediato e richiesta di abbreviato. Le analisi svolte dal laboratorio del Ris avevano permesso agli investigatori di venire a capo della vicenda. Stessa pistola e stessi proiettili utilizzati negli atti intimidatori di febbraio e maggio 2023. Le accuse a vario titolo sono di esplosione di colpi di arma da fuoco e porto abusivo di arma clandestina. Vanno avanti gli accertamenti per verificare se può esserci anche un collegamento con altri atti intimidatori posti in essere sul territorio, in particolare con gli incendi dolosi. A tal proposito il 20 enne è finito sotto inchiesta per aver bruciato la vettura di proprietà madre di un suo rivale. Episodio avvenuto a Raiano il 15 ottobre scorso mentre si continua ad indagare sul rogo in fotocopia, verificatosi nello stesso periodo, a Pratola Peligna.

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