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SULMONA – Un “colpo mortale” per dirla con le parole del Pd mentre Forza Italia ripercorre il percorso a ritroso e il Movimento Cinque Stelle incalza la Regione. Le reazioni a catena continuano dopo il no perentorio del Ministero per il punto nascita dell’ospedale di Sulmona. Un gioco delle parti tra spartizioni e rimpalli di responsabilità mentre si cercano soluzioni per modificare quei parametri e gli indicatori che spingono il comitato percorso nascite a bocciare il reparto. “Questa vicenda, purtroppo, rappresenta plasticamente la conclusione fallimentare di cinque anni di vuoto amministrativo in cui ci ha precipitato il sodalizio Gerosolimo-Casini-Di Masci che per fortuna stiamo per archiviare –scrivono i Dem -. Da qui ripartiremo, con l’impegno ad una sacrosanta battaglia per restituire ad un territorio dalle particolari condizioni di disagio, innanzitutto orografico che renderebbe particolarmente complicato raggiungere presidi sanitari sul territorio regionale, condizioni accettabili di assistenza sanitaria con il reintegro dell’ ospedale di primo livello al servizio del territorio del Centro Abruzzo”. Forza Italia chiama in causa la parlamentare eletta nel e dal territorio. “Oggi il nostro appello – già interpretato in modo esemplare dal Presidente della Giunta regionale Marsilio e dall’Assessore alla Sanità Verì – è rivolto anche e soprattutto alla Senatrice Di Girolamo – aggiunge Forza Italia – esponente della forza di maggioranza di questo paese, certi che darà il suo contributo affinché questa decisione venga immediatamente bloccata”. Il Movimento Cinque Stelle mette i puntini sulle i, sostenendo che “non sono bastati due anni alla Regione Abruzzo per pianificare una serie di investimenti verso il nostro ospedale –insorgono gli attivisti 5 Stelle – finalizzati ad elevarne prestazioni e qualità, oltre che a garantire lo standard di sicurezza richiesto per il punto nascite al fine di scongiurarne definitivamente la chiusura”. Da qui la richiesta di conoscere gli interventi assunti e conclusi e quelle in itinere. Perché è da lì che bisogna ripartire visto che, come ha anticipato la Verì in una nostra intervista, la Regione non ha alcuna intenzione di chiudere il punto nascita di reiterare un’altra istanza.
Andrea D’Aurelio

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