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SULMONA – E’ stata richiesta l’escussione di dieci testimoni per il ricorso presentato dalla Casa Srl di Caliendo e Salutari contro la Confraternita di Santa Maria di Loreto e l’Arciconfraternita della Santissima Trinità. Il primo atto di un contenzioso che non trova precedenti storici si è svolto questa mattina al secondo piano del Palazzo di Giustizia nella prima udienza del procedimento civile che ha visto, sostanzialmente, solo una breve discussione per la produzione degli atti e la richiesta di escussione di una decina di informatori, tra la parte ricorrente e i due sodalizi. Il prossimo mese si entrerà nel merito della vicenda, qualora il giudice del Tribunale civile, Daniele Sodani, accoglierà l’istanza. Tutto è partito dal ricorso ex art. 700, ovvero d’urgenza, presentato dai due imprenditori sulmonesi legati alla Casa Funeraria di viale Mazzini. I ricorrenti contestano alle Confraternite l’esercizio del doppio ruolo di gestore di servizi cimiteriali e attività di onoranze funebri, in contrasto tanto con la normativa regionale di riferimento che con le disposizioni Antitrust. Per la parte ricorrente, rappresentata dall’avvocato Armando Valeri, “il contestuale svolgimento di attività funebre e di gestione cimiteriale, risulta non solo illegittimo, in quanto realizzato in violazione di norma imperativa di legge, ma altresì suscettibile di integrare i presupposti di una condotta di concorrenza sleale”. Il ricorso al Tribunale civile è quindi volto “ad ottenere un ordine giudiziale che inibisca alle resistenti lo svolgimento di qualsivoglia attività funebre, in costanza di esercizio di attività cimiteriale, anche mediante adozione di provvedimenti ritenuti opportuni e salvo e impregiudicato ogni diritto risarcitorio”. Cose “dell’altro mondo” verrebbe da dire. Una versione però che le Confraternite sono pronte a smontare completamente nel corso del procedimento. “Contestiamo radicalmente e con produzioni documentali poste a fondamento la tesi della parte ricorrente”- interviene il legale della Confraternita lauretana, Lando Sciuba. Sulla stessa lunghezza d’onda l’avvocato dell’arcisodalizio trinitario, Antonio Pensa, secondo il quale la domanda cautelare va rigettata. La prossima udienza si svolgerà il 21 ottobre. Alla magistratura l’arduo compito di tirare le somme su una vicenda delicata.

Andrea D’Aurelio

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