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PRATOLA PELIGNA – Sei consiglieri delegati del Consorzio di Bonifica Interno Aterno-Sagittario con sede a Pratola Peligna si appellano all’assessore regionale all’agricoltura Dino Pepe, minacciando le dimissioni dall’incarico. Una decisione che avrebbero preso per stigmatizzare l’atteggiamento del Presidente in carica Fiorenzo Schiavitti, a loro dire scorretto. Secondo Ernesto Zuffada, Tonino De Santis, Marco Iacobucci, Nicola Lucci, Enio Nicola Cianfaglione e Giovanni Salutari, le “iniziative del Presidente Schiavitti sono pretestuose e strumentali all’unico fine di procrastinare sine die la sua Presidenza che, oramai da diversi mesi e per sua stessa ammissione, non è supportata da alcuna maggioranza, dimenticando o ignorando che quest’ultimo principio rappresenta uno dei capisaldi della democrazia rappresentativa”. I sei consiglieri il 5 ottobre scorso avevano depositato una mozione di sfiducia nei confronti di Schiavitti ma il Presidente del Consorzio ha deciso di ricorrere a un parere legale che secondo i sei consiglieri è stato posto “a strenua difesa della poltrona”. “Ci preme sottolineare”- rilevano i consiglieri- “come il parere contiene una contraddizione implicita posto che, stando a quanto in esso affermato, a prescindere dal numero dei consiglieri (11 o 12) cui fare riferimento per la determinazione della maggioranza assoluta, il numero indicativo sarebbe sempre quello di sette”. I sei fanno notare che “la maggioranza assoluta è data da un numero di voti favorevole che, raddoppiato, dia un numero superiore di una unità al totale dei consiglieri in carica, salvo diversa e specifica previsione di Legge”. “Nello specifico il numero della maggioranza assoluta per la presentazione della mozione di sfiducia”- continuano- “si determina in relazione al numero dei consiglieri in carica, sei nel caso di specie”. In chiosa alla nota i sei consiglieri chiedono all’assessore Pepe “di poter procedere, attraverso la votazione della mozione di sfiducia in seno ad un Consiglio dei Delegati convocato con urgenza, alla ricostituzione di un organo oggi incompleto e con una amministrazione sorretta da una maggioranza in grado di consentire quanto prima, attraverso l’adozione di tutti gli atti necessari ed opportuni ad evitare ulteriori spese a carico dei consorziati, il regolare svolgimento delle elezioni consortili per il rinnovo delle cariche sociali, permettendo in tal modo ai consorziati l’esercizio del loro sacrosanto diritto di voto”.

Andrea D’Aurelio

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