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SULMONA – Era finito sotto inchiesta per bancarotta documentale ma per il Tribunale di Sulmona il fatto non sussiste. Per l’ex sindaco di Rivisondoli, Roberto Ciampaglia, è arrivata l’altro giorno la sentenza di non luogo a procedere da parte del giudice per le udienze preliminari, Marco Billi, che equivale a un proscioglimento con formula piena. I fatti risalgono al biennio 2015-2017 quando l’ex primo cittadino era rappresentante legale e liquidatore, assieme ad altri due colleghi sindaci del comprensorio, della società Asa, che si occupava di smaltimento di rifiuti solidi urbani per i comuni della Comunità Montana dell’Alto Sangro- Cinque Miglia. La società è stata dichiarata fallita nell’agosto 2017, con un disavanzo economico di circa 700 mila euro, a due anni dalla revoca dell’autorizzazione ambientale integrata (Aia), da parte della Regione Abruzzo, che risale al 2015. L’Asa fu quindi costretta a licenziare gli operai e la sua contabilità fu gestita dai tre liquidatori nonchè amministratori dei comuni dell’Alto Sangro, tra i quali il legale rappresentate Ciampaglia, all’epoca dei fatti sindaco di Rivisondoli.  Secondo la Procura della Repubblica di Sulmona l’ipotesi di bancarotta documentale si sarebbe configurata per la mancanza di alcuni registri e atti contabili mentre la difesa di Ciampaglia, rappresentata dall’avvocato Pietro Savastano, ha prodotto gli estratti conto che hanno permesso di ricostruire la filiera economico-gestionale della società in merito ai pagamenti e a tutti i passaggi contabili effettuati. Per cui il giudice ha deciso di non mandare a processo l’ex sindaco, l’unico dei tre liquidatori finito sotto inchiesta, prosciolto perchè il fatto non sussiste.

Andrea D’Aurelio

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