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Non ci sono elementi per sostenere l’accusa in giudizio vista la particolare tenuità del fatto. Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Sulmona, Edoardo Mariotti, ha chiesto l’archiviazione per la donna sfrattata lo scorso 15 giugno dalla palazzina del superbonus che deve essere abbattuta. La richiesta è finita sul tavolo del giudice per le indagini preliminari. L’ordinanza di archiviazione, salvo opposizioni da depositare nell’arco temporale dei prossimi dieci giorni, appare scontata. La donna è finita sotto inchiesta poiché, stando ai rilievi delle forze dell’ordine, avrebbe danneggiato, con una mazza di ferro, la grata del locale cantina dell’immobile di via Avezzano, provocando il parziale distacco del relativo telaio del muro. L’aggravante è quella di aver commesso il fatto su cose esposte alla pubblica fede. Inoltre, sempre secondo l’imputazione, la donna senza giustificato motivo, avrebbe portato al di fuori della propria abitazione una mazza di ferro dal peso di 1,2 kg con manico di legno, oggetto considerato atto ad offendere. Per quell’episodio, che si verificò il giorno dopo dell’esecuzione dell’ordinanza di sgombero, la Procura ha ricondotto le condotte poste in essere dall’indagata nell’alveo della tenuità del fatto. D’altronde la contestazione di danneggiamento per la palazzina da demolire è sembrata curiosa e paradossale. Seppur si è trattato di un atto dovuto. Intanto il prossimo mercoledì 20 luglio si torna davanti al giudice civile del Tribunale di Sulmona per il procedimento che è scaturito dal ricorso intentato dalla donna sulla famosa delibera adottata dal condominio, votata inizialmente anche dalla diretta interessata, per la demolizione e ricostruzione dell’immobile con le agevolazioni del superbonus.

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