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Sui gravi disagi provocati dall’attacco hacker alla Asl dell’Aquila partono le prime potenziali istanze di risarcimento danno nei confronti dell’azienda sanitaria che potrebbero innescare in un maxi contenzioso: circa un centinaio di cittadini si è rivolto agli avvocati per inviare diffide legali tese a sollecitare la Asl n.1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila al fine di ottenere “informazioni dettagliate sulla sottrazione dei propri dati personali, genetici, biometrici e sanitari nonché sulla possibilità di ripristinare/ricostruire i detti dati anche al fine di sapere se la Asl sia in grado di ricostruire la storia clinica dei pazienti per finalità terapeutiche”. Sulla emergenza legata all’attacco hacker che il 3 maggio scorso ha sostanzialmente “cancellato” il sistema informatico della Asl paralizzando servizi e prestazioni, irrompono i
cittadini che vogliono sapere le condizioni della infrastruttura informatica prima del grave atto, in particolare lo stato della sicurezza, e come si può risolvere questa vicenda. In questo quadro continua il lavoro della task force e le indagini del direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, mentre i pirati nei loro canali minacciano nuovi attacchi, anche ad altre asl abruzzesi, pubblicano altri dati sensibili, come esami clinici, reiterando il pagamento del riscatto, negato finora con forza dal presidente della Regione, Marco Marsilio.

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