banner
banner

SULMONA. Uno studio caso-controllo con biomonitoraggio su campioni biologici di persone esposte e non esposte a rischio ambientale. Lo chiede il consigliere comunale, Maurizio Proietti, all’indomani dello studio della popolazione diffuso dall’Iss. Di seguito la nota: “Poiché da anni sono impegnato nella tutela della salute dei cittadini da inquinanti ambientali, corre l’obbligo di tradurre il linguaggio tecnico del report dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), annunciato con enfasi dal sindaco il 31 maggio in apertura dell’ultimo consiglio comunale, in linguaggio accessibile ai cittadini non addetti ai lavori. Cercherò di usare un linguaggio semplice, ma non privo di rigore scientifico.
Premetto che nel consiglio comunale del 31 dicembre 2023 avevo criticato il modo con cui si l’ARTA aveva rilevato i cattivi odori provenienti dalla discarica e dato indicazione ad accertare se di notte avvenisse il conferimento di rifiuti. L’accertamento dell’ARTA rilevò che c’erano i cattivi odori, ma nessuno, ad oggi, ci ha detto di che sostanze si tratta. Sono agenti inquinanti tossici? Siamo ancora legittimati al dubbio perché non ancora è dato di sapere nulla sugli inquinanti aerodispersi. Per quanto concerne la COGESA, è chiaro che tutto deriva dalla cattiva gestione degli impianti, come ampiamente dimostrato dall’ARTA, dai carabinieri del NOE, dalla perizia dell’ingegner Cavallo e dai carabinieri forestali. Il report dell’ISS, sbandierato in maniera trionfale dal sindaco venerdì scorso, conferma che intorno alle discariche la mortalità è maggiore rispetto ad altre aree; ma queste sono cose che, insieme ad altri colleghi, dico da anni e i sulmonesi lo sanno. Premetto che il report dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) è adeguato e obiettivo. Infatti, l’analisi basata sui dati ha confermato la presenza di alcune criticità locali, come ad esempio eccesso di ricoveri per alcune patologie; anche oncologiche. Inoltre, ha sottolineato la possibile congruenza tra gli eccessi evidenziati e il rischio ambientale.
Da questo tipo di analisi epidemiologica (studio ecologico), tra l’altro eseguita secondo i criteri “Sentieri”, non ci si poteva aspettare di più e i risultati ottenuti vanno in direzione del possibile rischio di origine ambientale, come noi medici dell’ISDE locale da tempo sospettavamo (ISDE, è l’acronimo inglese di medici per l’ambiente). Piace ricordare, che quando presentai l’ordine del giorno in consiglio comunale sui miasmi della discarica (30 dicembre 2023), in base al quale la Procura avviò le indagini e rilevò diverse irregolarità, ho allegato lo studio “Sentieri”, lo stesso citato nel report dell’ISS. Avevo allegato anche i dati di mortalità dell’ISTAT, gli stessi che cita l’istituto Superiore di Sanità nel report. Ma non sono stati presi in considerazione. Nel report dell’ISS: si afferma che i dati soffrono di alcune criticità. 1) … il quadro di salute a livello comunale non è informativo per accertare relazioni causali tra esposizione a specifici fattori di rischio e malattia. 2) … non fornisce indicazioni sull’eventuale ruolo eziologico dell’esposizione agli inquinanti emessi e/o rilasciati dall’impianto di rifiuti presente nel territorio. Ma, come si precisa nel report dell’ISS, hanno la loro utilità nell’evidenziare eventuali eccessi di patologie da esposizione a tossici ambientali.
Sintetizzando al massimo l’ISS evidenzia che i tumori ci sono, i dati a loro disposizione non consentono di trarre conclusioni valide dal punto di vista statistico-sanitario, e che per fare una valutazione seria e rigorosa dal punto di vista scientifico ci vogliono studi complessi. Sono studi costosi e complessi questi, e richiedono anni e anni di lavoro. Ironicamente aggiungo: cittadini, aspettate che forse qualcuno ci dirà qualcosa, ma non si sa quando!
Altro punto di criticità delle schede SDO (Schede di Dimissione Ospedaliera) è quello che non consentono di rilevare le diagnosi fatte in centri specialistici privati o dislocati fuori del territorio regionale. Un esempio per tutti: il paziente oncologico che viene seguito presso un centro specialistico “x” di Milano.
Potrebbe essere fuorviante anche la mobilità passiva (esprime l’indice di “fuga”, ossia le prestazioni sanitarie erogate da una regione diversa da quella di appartenenza). O, ancora, i fattori di confondimento che tecnicamente sono le correzioni da apportare nella valutazione della patologia in atto nel soggetto studiato, se ad esempio ci sono fattori di rischio aggiuntivi quali: fumo di sigaretta o esposizione ai gas di scarico degli autoveicoli in una città a intenso traffico veicolare. Un rischio diverso da quello di un soggetto che vive in ambiente salubre.
Come sottolineato dallo stesso ISS, il passo successivo, per poter evidenziare la relazione causale tra le criticità epidemiologiche evidenziate e le criticità ambientali, dovrebbe essere effettuata una ulteriore e più approfondita analisi. L’ISS non è in grado di mettere in piedi con le informazioni disponibili. Mi riferisco, in particolare, ad uno studio caso-controllo con biomonitoraggio su campioni biologici di persone esposte e non esposte a rischio ambientale. Per caso-controllo si intende uno studio retrospettivo, in cui si identificano soggetti nei quali si è determinato un evento e la loro storia di esposizione a possibili fattori di rischio viene stabilita retrospettivamente e confrontata con quella dei controlli.
L’ISS, con questa analisi, ci ha fornito una valida motivazione per sostenere uno studio mirato, ma sarà necessario individuare le risorse umane ed economiche per realizzarlo.
In realtà uno studio di biomonitoraggio potrebbe essere pianificato e realizzato in pochi mesi, se fossero disponibili risorse economiche. È una tesi che, insieme ad alcuni colleghi medici di Sulmona, sostengo da anni. Da molto tempo è depositato anche in comune un progetto per lo studio della qualità dell’aria che facemmo insieme all’Istituto Negri Sud, ma nessuno lo ha mai considerato. Mi sono sempre battuto per effettuare uno studio mirato, ma i Sindaci che si sono avvicendati in questa Città negli ultimi lustri hanno girato la testa dall’altro lato.
L’ISS rileva che c’è un aumento di alcune patologie nella Valle Peligna, tra le quali il tumore della mammella. Io lo dicevo nel 2011, e affermavo che era necessario attivare il registro tumori regionale. https://www.ilcentro.it/l-aquila/tumori-al-seno-in-valle-peligna-l-incidenza-pi%C3%B9-alta-1.649598?utm_medium=migrazione
Attivare uno studio con l’analisi dei dati del registro tumori, quest’ultimo approvato da circa due anni nella regione Abruzzo, però porta tempi lunghi per la particolarità dello studio in sé, ma penso che il cittadino voglia tempi di risposta rapidi”

Lascia un commento