banner
banner

SULMONA. “Hanno ragione i rappresentanti sindacali a rivendicare la tutela della salute dei lavoratori, ma il rischio di esposizione di questi ultimi: rischio professionale, è diverso da quello della popolazione in generale, perché bisogna tener presente la quantità di inquinante e tempi di esposizione. È per questo che ho proposto un primo studio più rapido, da effettuare nel mentre si mette in piedi quello più completo”. È un passo della nota del consigliere comunale, Maurizio Proietti, all’indomani della richiesta di un tavolo tecnico da parte dei sindacati. Di seguito la nota: “Ho letto con interesse la nota dei rappresentanti delle sigle sindacali in merito alla questione della discarica cittadina. Li ringrazio perchè danno occasione per meglio puntualizzare alcuni aspetti riguardo l’argomento. Apprezzo il loro ruolo di tutela dei lavoratori. Condivido il fatto che si debbano prendere in considerazione solo la discarica della Cogesa e la bonifica del sito ex Pastorino, a significare che hanno compreso che non ho parlato di chiusura dell’impianto. Per quanto concerne l’area ex Pastorino, da qualche tempo, sono disponibili risorse economiche.
Mi limiterò, in base alla mia competenza in materia di inquinanti e malattie, a rilevare alcuni punti fondamentali. Oltretutto, essendomi costituito, o meglio avendo provato a costituirmi parte civile insieme ad altri tre colleghi consiglieri comunali, sono a conoscenza di fatti importanti. Questi ultimi sono stati, insieme ad altro, oggetto di confronto con i carabinieri forestali quando sono stato sentito in occasione dell’inchiesta ultima sulla discarica.
Premesso che non sono il difensore di nessuno, tranne della verità, devo spezzare una lancia a favore del primo cittadino che, facendo fare prima lo studio dell’ARTA – da me criticato- e poi chiesto il supporto all’ISS, ha preso posizione ai fini della tutela della salute dei cittadini.

La nota dei rappresentanti sindacali tranquillizzare sia i lavoratori che i cittadini che abitano nelle vicinanze e non solo” attraverso un confronto aperto e trasparente, abbandonando qualsiasi forma di allarmismo non supportato da adeguate basi scientifiche, stimola la riflessione che segue.
Forse non è stata prestata molta attenzione a un passaggio fondamentale del report dell’ISS, ossia che una corposa documentazione scientifica rintracciabile sulle banche dati scientifiche (tra le tante la più importante: National Institutes of Health, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/ che vanta oltre 37 milioni di pubblicazioni) ci indica che il rischio di ammalarsi è maggiore per i residenti che vivono nei pressi delle discariche. Sono dati validati perché originano da studi riconosciuti dal punto di vista scientifico, altrimenti non sarebbero pubblicati sulle riviste accreditate a livello internazionale.
Gli amanti del dettaglio possono interrogare le suddette banche dati inserendo le parole chiave “landfill cancer” e si renderanno conto che quanto riportato dall’ISS non è cosa campata in aria. Ai link seguenti, che sono solo due esempi sui tanti, si parla di tumori della tiroide e del pancreas negli abitanti che vivono nei pressi delle discariche: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34941759; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10433189.
L’ISS ha indicato altre patologie, ma la “musica” è sempre la stessa.

Sia chiaro che nel caso della discarica nostrana vanno eseguiti studi approfonditi e ben progettati, perché i fattori di confondimento, come ho spiegato nel mio comunicato precedente, sono la “bestia nera” degli scienziati.

Hanno ragione i rappresentanti sindacali a rivendicare la tutela della salute dei lavoratori, ma il rischio di esposizione di questi ultimi: rischio professionale, è diverso da quello della popolazione in generale, perché bisogna tener presente la quantità di inquinante e tempi di esposizione. È per questo che ho proposto un primo studio più rapido, da effettuare nel mentre si mette in piedi quello più completo.

Ai sindacati, però, chiedo di indagare meglio sulla gestione dell’impianto, perché se ci fossero criticità ci potrebbe essere una maggiore dispersione di inquinanti, in tal caso le colpe andrebbero ricercate in quell’ambito.
Esistono relazioni del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (N.O.E.), dell’ingegner Cavallo e l’ultima in ordine di tempo dell’Arta, e tutte vanno nella stessa direzione: impianto non a norma.
Se questo può significare ricaduta negativa sull’ambiente e quindi sulla salute dei cittadini, vanno rintracciati i responsabili di una eventuale cattiva gestione e presi i dovuti provvedimenti. Ma questo non è compito mio, ma certamente lo è quello di segnalare il problema alle autorità competenti.

Il problema è reale e non si può non agire. Anche riferendosi al “principio di precauzione”.
Al sindaco chiedo: vuole o no la chiusura della discarica? I cittadini esigono una risposta.

Lascia un commento