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SULMONA – “Favorire l’effettuazione di visite specialistiche direttamente in carcere incentiverebbe non solo le politiche penitenziarie ma anche la posizione dei liberi cittadini, molto spesso costretti a doversi fare da parte in conseguenza della precedenza che i detenuti hanno per gli ovvi motivi di sicurezza legati alle traduzioni”. Ne è convinto il Segretario Generale Territoriale della Uil Pa Polizia Penitenziaria Mauro Nardella che accoglie con favore l’arrivo di un apparato radiologico nel penitenziario di via Lamaccio. Lo strumento permette di eseguire alcuni esami all’interno della struttura carceraria. Per i medici, che solo ora stanno incassando gli stipendi arretrati dalla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, è già una grande cosa. “L’abbattimento delle uscite dei detenuti”- sottolinea Nardella- “andrà a favore non solo delle casse dell’amministrazione penitenziaria ma anche in direzione di quella razionalizzazione del personale di polizia penitenziaria foriero di una più trasparente e cospicua concezione di quei diritti soggettivi altrimenti messi in discussione dalla carenza di organico sempre più spina nel fianco del sistema penitenziario”. Dal 2008 il servizio sanitario è passato dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria al servizio aziendale di medicina penitenziaria della Asl. Per Nardella basta attuare alla lettera il protocollo d’intesa per fare anche di più.

Andrea D’Aurelio

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