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SULMONA – Un anno e mezzo di reclusione più il pagamento delle spese processuali. E’ questa la pena che il giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, ha comminato a due imprenditori di 51 anni, finiti alla sbarra per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti. Nello specifico, come emerso dagli atti del processo, è venuto fuori che entrambi, due congiunti titolari di una ditta che opera a Sulmona, si sarebbero avvalsi di fatture inesistenti al fine di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, indicando nelle dichiarazioni annuali elementi passivi fittizi. Dal 5 marzo al 31 luglio 2015 si sarebbero quindi avvalsi di una società che, come accertato in fase di indagine, non era più esistente dal 2002. Sono 14 le fatture finite nel mirino degli investigatori. Tutte con importo totale pari a 700 euro (50 ciascuno). Il procedimento penale era scaturito da un controllo eseguito dall’ispettorato del lavoro che ha evinto una serie di irregolarità nelle fatture perchè la società che forniva personale e che fatturava alla ditta non era formalmente esistente. Da qui la condanna per entrambi. Un anno e mezzo di reclusione. Sentenza che, come annunciato dal legale, Armando Valeri (sostituito in udienza da Chiara Colangelo) sarà appellata per ottenere assoluzione nel merito, seppur il reato è prossimo alla prescrizione.

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