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“Con sconcerto ho potuto constatare che il gruppo che ha rivendicato l’hackeraggio nel sistema informatico della Asl 1 ha pubblicato sul deep web il referto di una paziente in cura nella Asl 1. La pubblicazione, qualora si rivelasse autentica, sarebbe una prova del possesso dei dati sensibili, personali e sanitari, di migliaia di cittadini in cura nell’Azienda sanitaria della provincia dell’Aquila. Un’eventualità spaventosa che mi auguro vivamente non venga confermata, perché significherebbe trovarsi davanti a una violazione gravissima e senza precedenti nella nostra regione. A questo punto l’interruzione del servizio per la prenotazione degli esami sarebbe solo la punta dell’iceberg di un problema ben maggiore. Le domande sono molte e le porrò in ogni sede possibile. La prima sicuramente sarà in merito alle rassicurazioni della Asl, secondo la quale non c’è stata “esfiltrazione” di dati. Eppure da quanto ho potuto constatare il gruppo che ha prodotto il ransomware, o effettuato l’hackeraggio, riporta sulla propria “wall of shame” (muro della vergogna) l’hackeraggio della ASL 1, e come “sample”, cioè come dimostrazione dell’avvenuta esfiltrazione dei dati, pubblica addirittura l’immagine che parrebbe essere un referto di un’ecografia ginecologica, con i dati sensibili della paziente in chiaro . Sono molte le nebulosità su questa vicenda ma una cosa è certa: dovrà essere fatta molta luce, sia sugli eventi che hanno permesso al sistema di essere hackerato, sia sulla gestione della crisi messa in atto dalla Asl 1 e dalla Regione Abruzzo, che delle Asl ha il controllo” così il Consigliere regionale del M5S Giorgio Fedele.

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