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SULMONA – Il licenziamento in tronco risulta tardivo. Lo ha deciso il giudice del lavoro del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, che ha accolto il ricorso dell’ex usciere del Comune di Sulmona, Stefano Pezzella, coinvolto nell’inchiesta sui furbetti del cartellino della Guardia di Finanza. Pezzella era stato raggiunto dal provvedimento del licenziamento in tronco dopo le valutazioni dell’ufficio per i procedimenti disciplinari. Licenziamento a suo dire illegittimo ma soprattutto tardivo. Il Tribunale ha accolto il ricorso dell’ex dipendente comunale, assistito dall’avvocato, Alberto Paolini. Il legale aveva spiegato che la contestazione al suo assistito era arrivata solo il 28 dicembre del 2018, quasi due anni e mezzo dopo, cioè, che il caso dei furbetti del cartellino scoppiò sulla stampa nazionale. “Per effetto dell’inerzia che a partire dal 18.05.2017 si è protratta sino al 9.11.2018 ed a cui ha fatto seguito la contestazione dell’addebito al ricorrente in data 28.12.2018, l’Ente al momento dell’irrogazione della sanzione disciplinare, era decaduto dal relativo potere, essedo decorso il termine perentorio per l’avvio del procedimento disciplinare”- ha rilevato il giudice nella sentenza che ha quindi condannato il Comune di Sulmona, a corrispondere, in favore del ricorrente, a titolo di risarcimento del danno, “un’indennità commisurata all’ultima retribuzione mensile globale di fatto, calcolata dal giorno del licenziamento sino a quello del collocamento in quiescenza del medesimo (1.08.2019), oltre interessi legali sui singoli crediti dalla maturazione sino al saldo, nonché al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali dal giorno del licenziamento a quello di effettiva reintegra”. Condanna anche per la refusione delle spese legali. Una sentenza da consegnare agli annali.
Andrea D’Aurelio

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