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SULMONA – Era finito sotto processo per aver rubato un furgone con l’aggravante della destrezza. Ma di quel furto e di quel furgone lui non sapeva nulla, stando almeno alle risultanze del processo. Per M.V., 50 enne di Sulmona già noto alle forze dell’ordine, è arrivata la seconda assoluzione del Tribunale nel giro di 48 ore, dopo il processo per maltrattamenti e estorsione verso l’anziano padre. Un particolare curioso che balza alle cronache e che, indubbiamente, configura una notizia. Quanto al processo per furto aggravato, stando al quadro accusatorio, al 50 enne veniva contestato di essersi impossessato di un furgone Peugeot con insegna “Galbani” in località Pratola Peligna, parcheggiato sulla pubblica via e lasciato momentaneamente aperto con le chiavi inserite e carico di prodotti alimentari, mentre l’autista del mezzo era impegnato a scaricare la merce.  Era il 18 ottobre 2017. La Procura ha contestato l’aggravante della destrezza, ovvero l’aver approfittato della distrazione dell’autista, oltre a un danno cagionato alla ditta titolare per 5 mila euro. Davanti al giudice, Francesca Pinacchio, tutte le accuse sono cadute. “Non è stata minimante riscontrata la partecipazione del mio assistito al furto”- spiega il suo legale, Andrea Marino- “l’accusa si basava su meri ed isolati sospetti, perchè era stato visto, giorni prima, aggirarsi per Pratola”. Anche la perquisizione personale e il riscontro delle impronte diedero esito negativo. Il 50 enne esce di nuovo assolto e per il legale si tratta di una doppia soddisfazione.

Andrea D’Aurelio

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