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Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse 13 Ottobre 2020 Roma (Italia) Cronaca : Il personale sanitario dell’ospedale San Giovanni Addolorata si occupa dei numerosi tamponi che vengono effettuati al drive in e nell’ambulatorio Nella Foto : lo staff dell’ambulatorio allestito in sala Mazzoni Photo Cecilia Fabiano/LaPresse October 13 , 2020 Roma (Italy) News : The sanitary staff of the San Giovanni Addolorata hospital takes care of the numerous covid swabs that are carried out at the drive in and in the clinic In The Pic : The staff working in the Mazzoni clinic

SULMONA – Da circa quaranta giorni era chiusa in casa, senza lavoro, in attesa della negativizzazione per poter riassaporare un pò di quotidianità. La Asl, in verità, aveva chiuso la sua sorveglianza già da qualche giorno. A sua insaputa. Accade anche questo in tempo di pandemia. La storia vede protagonista una giovane sulmonese, la stessa che aveva raccontato il suo calvario da asintomatica nei giorni scorsi, nella rubrica “Raccontalo al Mister”. La sulmonese aveva avvertito una lieve sintomatologia i primi tre giorni della lunga quarantena. Si è sottoposta a quattro tamponi, risultando due volte positiva e due volte dubbia, superando abbondantemente i ventuno giorni previsti dal decreto, che permettono agli addetti ai lavori di chiudere la sorveglianza in caso di asintomaticità da almeno una settimana, purchè il paziente non sia immunodepresso e non soffra di patologie pregresse. E’ proprio il caso della giovane che è rimasta in casa per quaranta giorni, pur essendo disoccupata, non avendo quindi bisogno di un tampone negativo per rientrare sul posto di lavoro. Quando la Asl lo scorso 21 dicembre ha deciso di fermare la quarantena, superando l’ostacolo del certificato medico che il curante non ha voluto rilasciare, si è scoperto l’arcano. La sulmonese era stata liberata già il 15 dicembre. Senza che nessuno si sia preso la briga di avvisarla, che era cioè libera di poter uscire di casa, con tutte le cautele del caso visto che di fatto non si è ancora negativizzata anche se ha perso la carica virale. Dagli accertamenti effettuati dall’azienda sanitaria sembrerebbe che la quarantena è stata chiusa dagli operatori dell’Aquila. Un disguido interno insomma che è stato chiarito dagli uffici di via Gorizia che hanno liberato definitivamente la giovane, programmando per sicurezza un quinto tampone. Quello della sulmonese è uno dei casi di metà novembre, quando la prevenzione era letteralmente in affanno con tracciamenti a scaglioni e a rilento per via dei contagi e della carenza di personale. Dallo scorso 5 dicembre, grazie ai rinforzi arrivati dalla Protezione Civile, i positivi vengono tracciati e chiamati in tempo reale. Si è quindi trattato di un caso isolato che pure è stato segnalato per evitare il ripetersi di un’imbarazzante situazione che ha visto la giovane positiva liberata. A sua insaputa.

Andrea D’Aurelio

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