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SULMONA – Demolito il rudere pericoloso in via Gran Sasso, la strada a due passi dal centro storico sulmonese, balzata recentemente alla cronache per il “sequestro” di circa 50 famiglie per via dell’interdizione al traffico pedonale e veicolare su una parte dell’arteria che il Comune aveva disposto a tutela della pubblica incolumità. Un’odissea andata avanti per anni, esplosa in estate con la protesta delle famiglie il cui effetto si è visto l’altro giorno con le ruspe che hanno demolito la palazzina. Il fabbricato, visibilmente lesionato dal sisma del 2009, aveva spinto il Comune ad adottare un provvedimento per mezzo del quale si ordinava al proprietario dell’immobile, un 95 enne residente in Australia e al suo procuratore, di mettere in sicurezza il rudere entro e non oltre trenta giorni dalla notifica dell’ordinanza. Trascorso più di un anno nè il privato nè il Comune avevano rimosso le condizioni di pericolo. Da qui la protesta del quartiere, accentuata lo scorso 11 settembre con il transito dei più piccoli per raggiungere gli edifici scolastici. Ora la palazzina è stata abbattuta e la strada, per dirla con le parole dei residenti, “liberata”.

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