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SULMONA – La casa è inagibile dal 2009, da quella terribile notte del 6 aprile, e nel 2016 gli è stata notificata l’ordinanza di sgombero per la sua abitazione in via Torta. Da allora Bruno Trinchini, 52 enne di Sulmona, dorme in auto aspettando l’inizio dei lavori nella sua casa dichiarata inagibile e di tipo B. Non una situazione di esigenza ed emergenza dal momento che Trinchini potrebbe chiedere un appoggio ai familiari ma la sua è una scelta che, nel corso degli anni, è diventata una vera e propria protesta. Non si muove da quella auto, parcheggiata fuori il civico di via Torta dove è vissuto, fino a quando non aprirà il cantiere. “Mi sono recato in Comune e non ho avuto alcuna rassicurazione come pure a Fossa”- interviene Trinchini che di trovarsi un alloggio o chiedere asilo ai suoi familiari non ne vuole sapere. Ora ha trovato lavoro in città, si organizza per i pasti e cambiare la biancheria e nei momenti più forti dell’anno trova una sistemazione. Per il resto preferisce restare in macchina per non abbassare la guardia e spronare le istituzioni a far partire i lavori. Quella di Trinchini è una “battaglia” cominciata il 24 agosto 2016, da quando gli fu notificata la famosa ordinanza di sgombero. La vicenda non configura una vera e propria emergenza abitativa visto che il 52 enne di Sulmona ha l’autonomia per trovarsi una casa. Ma sui lavori post sisma si riaccendono i riflettori. Perché non è l’unico caso di famiglie che hanno lasciato la propria abitazioni in attesa degli interventi di adeguamento, mai partiti.

Andrea D’Aurelio

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