Il 6 marzo è la giornata riconosciuta dal Parlamento Europeo nel 2012 come “Giornata europea dei Giusti”. Il concetto di “Giusto” nasce dalla definizione di Yad Vashem di Giusto fra le Nazioni, ossia “un non ebreo che, senza ottenerne un vantaggio proprio, ha rischiato la vita per salvare quella di un ebreo, anche solo uno, dall’orrore dell’Olocausto”; tale concetto è poi stato esteso fino a comprendere tutti gli uomini e le donne che, nei momenti più tragici del passato e del presente, hanno operato per difendere la vita e la dignità umana. Giusti non sono le vittime o i perseguitati, bensì coloro che agiscono per salvarli. Il luogo per eccellenza per ricordare le azioni di queste figure esemplari è il Giardino dei Giusti, uno spazio in cui vengono dedicati alberi o posati cippi in loro memoria. Su iniziativa del Convitto Nazionale “Cotugno” con i licei annessi, e dell’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea, a L’Aquila nel 2019 è stato creato presso il Convitto Nazionale “D. Cotugno” il “Giardino delle Giuste e dei Giusti”. Lunedì 6 marzo, dalle ore 11.15, nel Giardino delle Giuste e dei Giusti del Convitto Nazionale “Domenico Cotugno”, inaugurato nel 2019, verranno messe a dimora le piante dedicate a:
Mario De Nardis (1906-1964) era un funzionario della questura de L’Aquila che, nel corso della Seconda guerra mondiale, si adoperò per salvare diversi ebrei dall’arresto, procurando loro documenti falsi oppure preavvisandoli di imminenti retate o ancora fingendo di intervenire, comunicando l’esito volutamente negativo delle sua azioni ai tedeschi e ai fascisti.
Nagham Nawzat Hasan (1978) è una ginecologa yazida che ha curato più di mille donne yazide sfuggite alla prigionia dell’ISIS. Molte donne sono state sottoposte a detenzione, tortura e stupro sistematico, nell’ambito di una campagna di persecuzione che l’ONU ha ritenuto un genocidio e un crimine contro l’umanità. Lei ha creato una ONG chiamata “Hope Makers for Women”, che fornisce supporto medico e psicologico alle sopravvissute che vivono nei campi allestiti per ospitare gli yazidi che hanno dovuto lasciare le loro case.
Alessandro Cofini (1911-2003) a Forme (frazione di Massa d’Albe- AQ) per circa due mesi accolse e protesse la famiglia Nathan, anglo – italiani di religione ebraica. Durante l’occupazione tedesca, vennero requisite diverse abitazioni, e i tedeschi avrebbero voluto occupare proprio la casa di Alessandro Cofini. Solo la determinazione di quest’ultimo (con l’aiuto degli altri fratelli Armando, Enrico e Giuseppina e della matrigna Berardina), fece sì che i Nathan non venissero scoperti (adducendo la scusa che l’abitazione già ospitava molti parenti rifugiati). Dopo il fermo diniego da parte dei Cofini a farli entrare in casa, la maggior parte degli ufficiali facenti parte della guarnigione tedesca, si stabilirono proprio nella casa di fronte. La resistenza umanitaria di Alessandro Cofini si manifestò anche nei confronti dei soldati inglesi ed australiani che, nascosti alle pendici del monte Velino, (sopra l’abitato di Forme) erano sbandati o fuggiti dopo i bombardamenti dei campi di detenzione di Avezzano.
Soumaila Sacko (1989-2018) era un migrante maliano, ucciso presso Gioia Tauro il 2 giugno 2018 (giorno della Festa della Repubblica). Egli viveva nella tendopoli di San Ferdinando insieme a centinaia di altri braccianti. Emigrato regolarizzato, sposato, con una bambina, Sacko era sindacalista, divenuto membro del Coordinamento dei lavoratori agricoli dell’Usb a San Ferdinando. Egli si batteva per i diritti degli “invisibili”, sfruttati nei campi da imprenditori senza scrupoli, vittime del caporalato, in mano alle organizzazioni criminali. Il 2 giugno 2018 lui e un amico, Madihieri Drame, vennero fatti oggetto di colpi di fucile mentre cercavano di recuperare delle lamiere in una fornace dismessa per potere costruire una baracca per chi non poteva farlo. Sacko venne colpito e morì poco dopo in ospedale.
La vicenda di Sacko ha ispirato libri, spettacoli teatrali, murales, ed è stata ricordata da molte amministrazioni ed organizzazioni.