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SULMONA – Tutto apposto e tutto sotto controllo. E’ il “mantra” dell’ultimo minuto, la parolina magica che viene ripetuta dalle istituzioni, anche quando la lista della criticità è lunga e conclamata. E’ il caso della carenza di personale che sta mettendo in ginocchio la sanità ospedaliera e territoriale tant’è che i verbi declinati nei discorsi istituzionali sono sempre al futuro. Faremo o diremo. Come accaduto ieri nel terzo piano dell’ala vecchia del nosocomio dove Regione e Asl ha tracciato un quadro, rassicurante secondo gli addetti ai lavori, sul controllo dei casi e sul monitoraggio dei contagi. Nulla da dire al riguardo perché i datti di fatto come tali vanno riportati. Non si può ipotizzare la zona rossa quando mancano requisiti e condizioni, come pure non ci si può far prendere dalle fobie, per usare le parole del Presidente della Regione, Marco Marsilio. Ma è innegabile che gli interventi richiesti e attesi da tempo non sono più differibili. Servivano oggi, in queste convulse e delicate, che mandano in fibrillazione gli operatori sanitari e le unità più esposte alla carenza di organico. Negli uffici di via Gorizia e in ospedale l’affanno tocca livelli altissimi. Pensiamo all’unico medico di turno in pronto soccorso che deve tenere sotto controllo anche il pre-triage, collocato dall’altra parte del presidio ospedaliero, due zone diverse della città. Lascia il pronto soccorso, si veste, va al pre-triage e torna indietro. Una spola continua mentre l’utenza è in fila perché senza lockdown anche l’ordinario deve andare avanti. Chi ha il compito di programmare si rende conto delle particolarità della struttura? “Sono venuti per questo incontro istituzionale e non sono passati né per il pronto soccorso né per il triage. Un sopralluogo era più che necessario”- sbotta un operatore sanitario. Si attende quindi l’ennesimo avviso per reclutare i medici e rafforzare l’organico per un ospedale che risulta non “appetibile” per stessa ammissione dell’azienda. Ma quanto tempo è necessario ancora attendere? La burocrazia non ha gli stessi tempi della salute. Le risorse umana servono oggi, in tempo di emergenza e risalita dei contagi. Fra due mesi tutto sarà diverso. Si spera in meglio.

Andrea D’Aurelio

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