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ANCONA. “Lo ammetto. E’ vero che l’ho picchiata ma non volevo ucciderla”. Così Tarik El Ghaddassi, accusato dell’omicidio pluriaggravato della moglie, Ilaria Maiorano, la donna originaria di Introdacqua. La tragedia, che si era verificata nell’abitazione di Padiglione di Osimo, risale all’11 ottobre 2022. L’uomo, che da quel giorno si trova dietro le sbarre, ha parlato di una lite per gelosia davanti ai giudici della Corte d’Assise che ieri hanno raccolto le sue dichiarazioni spontanee. L’imputato ha riferito che aveva litigato con Ilaria per gelosia. Quel giorno infatti un cugino, che gli aveva fatto visita in casa, gli aveva riparlato delle attenzioni non gradite che un precedente datore di lavoro avrebbe rivolto alla donna. Da qui la lite ma El Ghaddassi ha negato il femminicidio. Secondo la sua versione, Ilaria Maiorano, a seguito della lite, cadde dalle scale. “Si rialzò e si chiuse a chiave in camera da letto con le due bambine. La mattina dopo sono uscito e una volta rientrato, non vedendola scendere, ho sfondato la porta e l’ho trovarta morta”- ha detto l’uomo spiegando inoltre di aver lavato il sangue dal volto della moglie, dal corrimano delle scale e dal lavandino in cui la donna, la sera prima, si era sciacquata la faccia. Una ricostruzione che non combacia con quanto avevano affermato i periti di parte, secondo i quali Ilaria è morta è morta per i colpi, ripetuti, di pugni e calci che le erano stati inferti mentre si trovava a casa. L’agonia, tra le botte e il decesso, sarebbe durata fino a dieci ore. Ai giudici della corte d’assise il compito di tirare le somme prima della sentenza che arriverà nella prossima udienza.

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