banner
banner

L’epidemia da Covid-19 in Italia fa registrare un peggioramento, mentre cresce l’allarme per le varianti del nuovo coronavirus, già diffuse in alcune Regioni. I numeri giornalieri ed il monitoraggio settimanale della cabina di regia, diffuso oggi, descrivono dunque una situazione di “lieve peggioramento” con 13 Regioni nelle quali il trend dei casi è in aumento. L’attuale quadro a livello nazionale, avvertono ministero e Istituto superiore di sanità, “sottende forti variazioni inter-regionali” e in alcuni contesti “un nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari”. Insomma, i dati non indicano l’auspicato miglioramento della curva.

“Ci sono molte regioni che sfiorano Rt intorno a 1 e questo indica che c’è una situazione di stallo e non di decrescita della curva, e 13 regioni hanno un trend di casi in aumento. Tutto questo è un segnale di allerta e potenziale segnale di controtendenza che – ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, – richiede grande attenzione nel mantenere le misure di mitigazione anche alla luce delle varianti”. Anche secondo il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza “la situazione non è confortante, anche se le misure prese fanno sì che quanto meno teniamo pressochè stabile il numero delle nuove infezioni”. In questo contesto, il monitoraggio mette in guardia dal rischio di un “nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente messe in atto adeguate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”. Al contempo, cresce la preoccupazione legata alle varianti del virus. L’Italia, avverte la Cabina di regia, “si trova in un contesto preoccupante per il riscontro di varianti virali di interesse per la sanità pubblica in molteplici regioni, che possono portare ad un rapido incremento dell’incidenza”. Le varianti, ha sottolineato Rezza, “hanno maggiore trasmissibilità, quindi dobbiamo fare presto a vaccinare ed è necessario prendere provvedimenti particolarmente restrittivi soprattutto nei comuni colpiti. E’ una corsa contro il tempo – ha detto – cercando di coprire la popolazione da un lato, con il vaccino, e cercando di arginare il virus che circolando accumula mutazioni e può ridurre l’efficacia del vaccino”. A Chieti in Abruzzo è stata identificata la variante inglese che ha maggiore trasmissibilità ma per fortuna la risposta ai vaccini non è inficiata, ha aggiunto, “ma bisogna intervenire prontamente, anche perché sembra possa infettare di più la popolazione pediatrica, e si stanno implementando zone rosse nei comuni colpiti. Attualmente in provincia di Chieti vengono condotti screening con tamponi ripetuti sulla popolazione dei comuni interessati – ha proseguito – è chiaro che essendo vicino anche alla provincia di Pescara la sorveglianza va rafforzata e quello che si sta facendo in queste ore è l’implementazione di zone rosse nei comuni colpiti”.
Intanto, l’ordinanzo di Marsilio ha acceso le polemiche del sindaco di San Giovanni Teatino, Luciano Marinucci, poiché, nonostante il comune conti 14mila abitanti con i tanti centri commerciali presenti – da Ikea a Decathlon e fino alla Metro – è una delle più grandi zone di servizi d’Abruzzo e ogni giorno attira decine di migliaia di persone provenienti da tutta l’area metropolitana Pescara Chieti. Da domani sarà vietato entrare nel comune e anche uscire per andare a lavoro. Secondo Marinuci “serviva un lockdown generalizzato. Ci sono quartieri di Pescara che sono a 10 metri da noi, senza soluzione di continuità – afferma il primo cittadino – loro possono fare quello che vogliono, noi no. Come se il virus si fermasse ai confini amministrativi. Qui ci sono i centri commerciali più grandi della regione. Non ha alcun senso. Le persone non potranno andare a lavorare per una settimana. Mi chiedo come faranno a vivere. E’ una presa in giro. I cittadini saranno costretti ad andare a lavorare perché hanno bisogno di farlo. Ci dicono che le scuole devono rimanere aperte, ma i focolai sono partiti proprio dalle scuole. Si sapeva che la variante sarebbe arrivata. Lo screening di massa andava fatto a settembre. Ora serviva un lockdown generale. Chi garantisce il rispetto dell’ordinanza? Ci saranno le forze dell’ordine ai confini? Non capisco questa ordinanza e la contesto nel metodo”, conclude il sindaco Marinucci.

 

 

 

 

 

 

 

 

Lascia un commento