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SULMONA – E’ caccia ai piromani che hanno appiccato l’incendio sul Monte Morrone. Proseguono senza sosta le indagini condotte dai Carabinieri Forestali che stanno seguendo una pista precisa per risalire all’identità dei responsabili. Al momento non è stato emesso alcun provvedimento. Il rogo potrebbe essere stato innescato in un primo momento e attivato a distanza attraverso strumenti elettronici o via radio. La complessità e la planimetria del Morrone lascia pensare che i piromani non erano sul luogo dell’incendio che è divampato alle 18 di ieri. Anche l’orario ha insospettito gli inquirenti dal momento che i canadair non possono operare di notte. Il bilancio è già drammatico. Circa cento ettari di bosco sono andati in fumo. Un vero e proprio oltraggio alla natura e al patrimonio boschivo. Una grande ferita aperta sul Morrone. Le fiamme ora si stanno espandendo verso la parte alta della montagna. Scongiurato, al momento, il pericolo per le abitazioni. Sin da ieri sera il rogo distava circa cinquecento metri dalla case ma momenti di panico e tensione non sono mancati. Questa mattina sono all’opera due canadair e non tre come era stato richiesto al Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso dal sindaco di Sulmona Annamaria Casini, dal vice sindaco Mariella Iommi presente sul posto e dall’assessore regionale Andrea Gerosolimo. Sono 16 le unità dei vigili del fuoco di Sulmona e Popoli impegnate nelle operazioni di spegnimento dell’incendio. 5 le squadre di protezione civile della Regione.

Andrea D’Aurelio

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