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SULMONA – Era finita sotto processo per esercizio arbitrario della professione medica ma il Tribunale di Sulmona la assolve per tenuità del fatto. Protagonista della vicenda giudiziaria è T.C., infermiera professionale in servizio nell’ospedale di Sulmona, comparsa ieri davanti al giudice monocratico, Concetta Buccini. I fatti risalgono al 5 agosto del 2021 quando, in piena pandemia, un paziente del nosocomio, senza passare per il filtro del pronto soccorso, si recò nell’ambulatorio per una consulenza specifica, lamentando un problema alla mano. L’infermiera lo accompagna dal medico di turno che nella diagnosi evidenzia un trauma, senza necessità di applicazione dei punti di sutura, ordinando la medicazione. L’infermiera a quel punto adempie alle disposizioni del sanitario. Tuttavia, secondo l’imputazione della Procura, la donna avrebbe rilasciato una certificazione medica con tanto di firma da parte del dirigente. Circostanza non vera secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato, Giovanni Gabriele, secondo il quale nell’asserito atto non compare la firma del medico e lo stesso era mancante dei requisiti formali e sostanziali di una certificazione medica. Una condotta insomma non grave e comunque non tale da configurare un esercizio arbitrario della professione medica, contestazione che ha spinto la Asl ad attivare il procedimento disciplinare ed irrogare la sanzione, ovvero la sospensione della retribuzione per sei mesi. Provvedimento che è stato impugnato nelle sedi competenti dove ora sarà prodotta pure la sentenza di assoluzione. L’imputata è stata processata con rito abbreviato.

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