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SULMONA – Per i vaccini a domicilio c’è da aspettare mentre si vede la luce per la vaccinazione di massa che comincia con gli ultraottantenni. Non un risultato di cui andare fieri visto che siamo arrivati ad un anno esatto dall’inizio dell’emergenza pandemica e tutti si aspettavano un’accelerazione più forte. Ma tant’è. Nell’area peligno-sangrina gli instancabili operatori non si fermano tra tamponi, tracciamenti e vaccini. Ieri ( sabato,ndr) sono state inoculate le prime duecento dosi agli over 80 in quel di Castel Di Sangro. Un ambulatorio super attrezzato quanto a percorsi differenziati e spazi dedicati all’osservazione dei pazienti. Non si può dire lo stesso per Sulmona che ha allestito la sua sede del Palasport Serafini con un intenso tour de force dell’ultimo minuto. Ci sarebbero ancora alcuni accorgimenti da apportare prima di cominciare. L’ambulatorio entrerà in funzione a pieno regime da domani alle ore 14.30 circa quando scatterà la trafila della preparazione dei vaccini per avviare l’inoculazione delle prime novanta dosi alle ore 15 circa. Quale criterio seguirà la Asl  dell’Aquila per la chiamata al vaccino? Dove andranno i residenti della Valle Peligna? Innanzitutto occorre ricordare che in questa fase si comincia con gli over 80 e solo in un secondo momento si passerà alla categoria dei disabili e dei fragili. In base all’ordine di prenotazione la Asl contatterà gli utenti per telefono e invierà una mail con un modulo da riempire, operazione questa che toccherà molto probabilmente agli operatori vista la fascia d’età degli utenti. Sempre l’azienda assegnerà luogo e ora anche ai non sulmonesi, tenendo conto della comodità e dell’area geografica di riferimento. In linea di massima i residenti della Valle del Sagittario dovrebbero vaccinarsi a Sulmona mentre quelli della Valle Subequana a Pratola Peligna, nell’ambulatorio dell’ex giudice di pace, che per il momento è stato utilizzato per Astrazeneca per docenti e forze dell’ordine, ma dalla prossima settimana si passerà anche al Pzifer.  La Asl  in ogni caso dovrà fare i conti con la fornitura delle dosi e approntare di volta in volta il calendario. Per cui il numero delle dosi giornaliere è strettamente condizionato dalle forniture.  I codici di priorità entreranno in gioco per i disabili e i fragili mentre resta in standby la vaccinazione a domicilio, riservata cioè a quelle persone che per vari motivi non hanno la possibilità di spostarsi e di deambulare. Al momento l’organico Siesp non riesce a sopperire a questa richiesta poiché già impegnato per la vaccinazione sul fronte, il tracciamento dei positivi e per le altre attività del Dipartimento. Si dovrà aspettare molto probabilmente l’accordo tra Regione e medici di base per occuparsi dei più deboli e, per certi versi, dei “dimenticati”. Fatto sta che i telefoni della vallata cominciano a squillare. Arriva la chiamata per battere il virus. Almeno per il primo atto. Fa sorridere e nel tempo stesso commuovere la storia della signora che l’altro giorno, contattata per errore dalla Asl, si era fatta la messa in piega per l’appuntamento con il vaccino. E’ la dimostrazione che c’è un’utenza che attende, non vede l’ora di uscire dal tunnel, ricominciare a vivere, tornare alle sane e vecchie abitudini. Ma serve un’accelerata generale del sistema oltre che un atteggiamento prudente nella quotidianità. Per tornare alle acconciature e messe in pieghe. Non per il vaccino. Ma per rivederci e riabbracciarci tutti. Come prima.

Andrea D’Aurelio

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