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Un giro di droga che agiva anche durante il lockdown, un’indagine durata tre anni. Le accuse sono detenzione ai fini di spaccio, resistenza a pubblico ufficiale e evasione dal momento che alcuni indagati sarebbero usciti nonostante si trovassero ai domiciliari. 9 gli indagati aquilani, 3 da fuori provincia, 6 indagati sono di nazionalità albanese, 3 macedoni, 3 egiziani, 2 romeni, 2 marocchini, 1 proveniente dalla Grecia. C’é anche l’episodio, tra le indagini, della cessione di una dose di cocaina a un farmacista aquilano che, non sapendo di essere sotto controllo, con una successiva richiesta ha permesso in questo modo di arrestare, in flagranza di reato, uno spacciatore. L’inchiesta è della Repubblica dell’Aquila a firma del sostituto procuratore Guido Cocco e condotta dalla Sezione narcotici della Squadra mobile della Questura dell’Aquila. La cocaina veniva lasciata nelle cassette postali dentro indumenti intimi o portata direttamente sul posto di lavoro. L’inchiesta ha riguardato 29 persone tra aquilani e cittadini stranieri residenti nel capoluogo.

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