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Una di quelle giornate che segnano la storia, quella di oggi, che sicuramente ricorderanno gli agenti della Polizia locale di Luco dei Marsi al momento del rinvenimento di reperti archeologici trafugati e che qualcuno ha deciso di restituire. Monete, mascherine fittili, vasellame ed ex voto diversi, ottimamente conservati e testimonianze della civiltà marsa, che richiamano i numerosi ritrovamenti avvenuti nell’area di Anxa-Angitia, città-santuario dei Marsi. Proprio nei giorni scorsi, il Ministero della Cultura, su istanza della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio d’Abruzzo, ha disposto, nell’ambito del programma triennale dei lavori pubblici 2024-2026, lo stanziamento di 100mila per la valorizzazione dell’area archeologica “casa”, per la leggenda, della Dea Angizia. Un’area che ha restituito alla luce e alla memoria, tra altri numerosissimi reperti, due templi, uno di epoca italica e uno di epoca augustea, il muro di terrazzamento dell’area sacra di Angizia insieme alla cinta muraria con la porta vecchia, tre statue, tra cui una in terracotta, risalente al III sec. a.C., ricollegabile alla figura della stessa Dea, cisterne, pavimentazioni stradali, resti di edifici in opera reticolata, le tracce del foro e del quartiere artigiano, numerosi ex voto, armi, dischi-corazza, ceramiche di varie epoche, epigrafi, bassorilievi e tombe, come anche il quartiere artigianale, con fornaci, e un’area cultuale con diverse stipi votive.

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