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SULMONA – Che fine ha fatto la lungodegenza? Se lo chiedono in tanti, addetti ai lavori e non solo, nell’ospedale dell’Annunziata. Un reparto voluto e ottenuto, nel novembre del 2016, con le unghie e con i denti, dopo una lunga battaglia politica condotta dall’allora governo regionale e dall’ex Manager Asl, Rinaldo Tordera, che recepì le istanze dell’ex assessore regionale, Andrea Gerosolimo e dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco, Annamaria Casini. Un reparto che venne definito strategico, proprio per rispondere alle esigenze della popolazione. Nel dicembre 2018 il nuovo corpo ospedaliero fu inaugurato e nel settembre 2019 fu completato il trasferimento di reparti ed ambulatori. Il risultato è che gli spazi riservati alla lungodegenza sono stati allocati nel terzo piano della nuova struttura ospedaliera ma non sono mai entrati in funzione. Vuoi per il Covid che ha cambiato la fisionomia della sanità ospedaliera e vuoi per la conclamata e annosa carenza di personale che continua ad impedire la messa in funzione della lungodegenza. Ciò comporta un sovraccarico di lavoro per gli altri reparti. Medicina in primis ma anche ortopedia e chirurgia per citarne alcuni. Ed è così che il reparto strategico continua ad esistere solo sulla carta. Nella forma ma non nella sostanza. Chiuso da quattro anni. Va ricordato infine che inizialmente, nel piano sanitario, i posti letto assegnati alla riabilitazione, mai attivati, sono stati convertiti in lungodegenza . Considerato che l’assunzione del personale medico e paramedico dedicata non è stata programmata, nulla di buono si può prevedere per il prossimo futuro.

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