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RAIANO – Maltratta la moglie davanti ai due figli minori e la riempie di offese e minacce fino a porre in essere atti di disprezzo. Per il reato di maltrattamenti in famiglia un 48 enne albanese, residente a Raiano, è stato condannato oggi dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, alla pena di un anno e sei mesi di reclusione, considerando le attenuanti generiche, oltre al risarcimento dei danni in favore della parte civile. Non solo un maltrattamento, perpetrato davanti ai figli di 6 e 9 anni,  ma una vera e propria umiliazione della persona, stando almeno al quadro accusatorio contestato all’imputato. I fatti sarebbero stati commessi dall’aprile 2015 al 19 giugno dello stesso anno. Secondo la Procura l’uomo avrebbe posto in essere una serie di atti lesivi dell’integrità fisica e morale, della libertà e del decoro consistiti in continue minacce, atti di disprezzo, offesa alla  dignità nonchè a violenze fisiche che hanno costretto la vittima ad abbandonare l’abitazione. Più volte la donna sarebbe stata apostrofata con gravi epiteti, anche a sfondo strettamente personale. E’ stata la diretta interessata, durante il processo, ad allargare l’imputazione declinando la violenza nelle varie forme, fisica e sessuale. Un quadro probatorio solido per l’avvocato della vittima, Alessandra Baldassarre mentre il legale della difesa, Daniele Di Bartolo, annuncia il ricorso in appello per le incongruenze che sarebbero emerse con il procedimento in sede civile nel corso del quale la donna non avrebbe fatto alcun accenno alla violenza e ai gravi fatti contestati al suo ex. Ma il Tribunale, ritenendo l’accusa fondata, ha pronunciato la sentenza di condanna.  Al di là del caso di specie, la battaglia contro la violenza sulle donne va fatta soprattutto sul piano culturale, sovvertendo approcci e paradigmi.

Andrea  D’Aurelio

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