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Squadre di ispettori del lavoro e dei Carabinieri del NIL (Carabinieri per la tutela del lavoro) provenienti dalla Sardegna, Lazio e Abruzzo da qualche giorno sono impegnati in una operazione di vigilanza straordinaria denominata “Progetto ALT Caporalato” – Task force 2020. Questa operazione segue altre analoghe e ordinarie iniziative che sono state condotte nei mesi scorsi (e come ogni anno) sul territorio del Fucino.

Lo sfogo sui social della più grande associazione dei produttori ortofrutticola del Fucino con 48 milioni di euro di fatturato di Fabio Ciaccia Amministratore Delegato Opoa Marsia e Consigliere di Confagricoltura L’Aquila dopo l’ennesima “visita” degli ispettori del lavoro: “Sono esasperato. È la quarta/quinta/sesta volta che vengono. Io non ce la faccio più. Facciamo qualcosa oppure sono pronto a un gesto eclatante”. Fabrizio Lobene: “nella nostra azienda sono venuti tre volte in una settimana ed hanno bloccato il lavoro per ore con interminabili interrogatori di centinaia di lavoratori e un controllo minuzioso dei documenti di assunzione e buste paga”.

Dall’ufficio sindacale di Confagricoltura fanno sapere di aver ricevuto dalle aziende associate parecchie decine di verbali di accesso. Finora è stato scoperto un lavoratore italiano in nero e comminata una sanzione di 200 euro per due operai senza mascherina in un’azienda che occupa una sessantina di operai. Confagricoltura L’Aquila ribadisce di non essere assolutamente contraria ai controlli, ma contesta le modalità, la scarsa professionalità degli ispettori e la ripetitività dei controlli nelle stesse aziende a distanza di pochi giorni e nonostante la regolarità della situazione trovata.

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