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E’ polemica dura sul parere positivo espresso dalla Regione all’autorizzazione per il gasdotto Snam Sulmona-Foligno. “Marco Marsilio si arrampica sugli specchi, taccia di mistificazione chi si oppone all’opera perseguendo la conoscenza e la verità e tira fuori la ridicola tesi che la decisione sul metanodotto è una scelta tecnica e non politica” accusano i comitati ambientalisti. “Se c’è un tema eminentemente politico è proprio quello dell’energia. E’ una questione che forse più di ogni altra attiene alla geopolitica internazionale. Lo sanno bene le multinazionali del settore fossile che investono grandi quantità di denaro per la loro azione di lobbyng al fine di influenzare le decisioni dei governi, sia a livello nazionale che europeo – affermano gli ambientalisti – ma il presidente Marsilio, oltre a non saper distinguere tra aspetti politici e tecnici, questa riunione afferiva alla remissione degli atti procedurali dinanzi la Presidenza del Consiglio stante la negazione dell’intesa della Regione Abruzzo in materia legislativa concorrente, come quella dell’energia, appunto, non conosce neppure l’abc della democrazia e in democrazia si rispettano le decisioni delle istituzioni”. “Sul metanodotto e la centrale Snam tutti i livelli istituzionali, dai Comuni alla Provincia alla Regione, fino ad oggi hanno espresso, con delibere motivate anche tecnicamente, il loro no. La Giunta regionale, presieduta da Luciano D’Alfonso, ha prodotto sette delibere per negare l’intesa della Regione con lo Stato. Il Consiglio regionale d’Abruzzo, compreso quello attuale, ha votato all’unanimità 10 risoluzioni di contrarietà al progetto della Snam. Anche la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati nel 2011 ha approvato, con voti unanimi, una risoluzione contraria, che non è mai stata rispettata dai Governi che si sono succeduti” ricordano gli ambientalisti. “Marsilio dovrebbe sapere, ma evidentemente lo ignora, che la Regione non possiede territorio: la titolarità territoriale è dei Comuni e spetta ad essi certificare se l’opera è compatibile o meno con gli strumenti urbanistici. E la maggior parte dei Comuni ha attestato che il metanodotto non è compatibile. Così come non è compatibile con gli usi civici, presenti in molte aree attraversate dal metanodotto. Quindi cade anche la pretesa giustificazione “tecnica” dell’ operato del presidente Marco Marsilio – sostiene il comitato – Un presidente talmente incompetente che non smette di fare strame delle più elementari regole dello Stato di diritto. Restando sul piano strettamente procedurale va sottolineato che manca ancora lo studio sulla sismicità del tracciato che dovrà essere effettuato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Quindi il pronunciamento favorevole di Marsilio non ha alcun senso logico perché dà per scontata una cosa che ancora non c’è, ovvero la compatibilità (non è anche questo un fatto tecnico?) del progetto della Snam con l’estrema fragilità sismica del territorio dell’Abruzzo interno e dell’Appennino centrale. Quanto alla partecipazione alla riunione del 15 giugno di Luciano D’Alfonso, Marsilio dovrebbe sapere, ma anche questo lo ignora, che il presidente emerito della Regione Abruzzo D’Alfonso, ha chiesto formalmente al rappresentante del Governo nazionale di partecipare. E la richiesta è stata accolta” concludono gli ambientalisti.

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