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SULMONA – Sarebbe stato ricattato e minacciato per il film di rilievo nazionale, dedicato alla violenza sulle donne e ambientato a Sulmona, tant’è che il progetto cambiò denominazione. Da “La Soglia del Silenzio” a “Il Muro del silenzio”, prodotto proiettato per la prima volta in città lo scorso 8 marzo, in occasione della giornata dedicata. Il tutto per una serie di rivendicazioni e messaggi minatori, pervenuti da una donna partenopea, che il sulmonese Ezio Forsano non ha voluto lasciare al caso, dando mandato al suo avvocato, Catia Puglielli, di adire le vie legali. Ieri, davanti al giudice di pace di Sulmona, il sulmonese ha trovato giustizia. Nel senso che l’imputata, per ottenere la sentenza di proscioglimento di non doversi procedere, ha risarcito Forsano, il quale ha rimesso la querela. Un risarcimento che chiude la vicenda non proprio rosea. Almeno in quattro circostanze la donna, secondo l’accusa, aveva minacciato l’autore del film. Dopo aver creato il gruppo attori e attrici Forsano aveva contattato la donna di Napoli, responsabile di una compagnia teatrale e regista, chiedendo la sua collaborazione gratuita per la regia del film. Inizialmente la condivisione del progetto fu totale fino a quando la vittima si accorse di alcuni post un po’ troppo ‘particolari’ che erano apparsi sui social, facendo venir meno l’immagine e quindi il senso dell’iniziativa. Alla richiesta di chiarimenti, Forsano era stato apostrofato con frasi decisamente poco eleganti fino alla continuazione di messaggi e minacce che avvenivano secondo la vittima con cadenza pressocchè sistematica e abituale. A quel punto lo stesso fu costretto, dietro pressioni, a modificare il titolo originale del film. “Abbiamo messo una pietra sopra a questa storia angosciosa che mi ha recato profondo disagio”- commenta l’autore del film che ha affidato l’incarico legale all’avvocato Catia Puglielli che ottiene di fatto un doppio successo, in cinema e in Tribunale, essendo stata annoverata tra gli attori protagonisti del docufilm. Il risarcimento assume infatti un importante natura simbolica ed etica, fermo restando che la città, istituzioni in primis, deve ancora scoprire la valenza del progetto internazionale. Un film che racconta una storia quotidiana e invita ad intercettare la violenza al primo segnale. Per questo merita una risonanza ben più ampia.

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