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SULMONA – Otto mesi di reclusione, pagamento delle spese processuali, risarcimento della parte civile da liquidarsi in separata sede e refusione delle spese di costituzione in giudizio per un ammontare di circa 6 mila euro. E’ questa la pena comminata a C.C. e A.M., le due operatrici della casa di riposo di Roccacasale, per la tragica morte avvenuta il 17 gennaio 2014, di Attilio Centofanti l’anziano precipitato giù dalle scale della struttura con la sua carrozzina. Alle due imputate è stato contestato l’omicidio colposo, ovvero il fatto di non aver vigilato sull’anziano ospite della casa di riposo. Stando all’accusa le due dipendenti avrebbero provocato la morte dell’anziano 90 enne, affetto da demenza senile, per colpa consistita nell’omesso controllo dei movimenti della vittima che muovendosi con la sedia a rotelle, cui era assicurato da una cinghia, precipitò lungo una rampa di scale, morendo per emorragia, riferibile al trauma riportato dalla rovinosa caduta. Una vera e propria tragedia. L’anziano si diresse infatti da solo nei corridoi della Casa di riposo, arrivato però sul pianerottolo e aperto una porta dotata di maniglione antipanico, non si accorse che la sua carrozzina era diretta verso la rampa di scale. Da lì il fuori programma. A nulla valsero i soccorsi, l’uomo morì sul colpo a causa delle ferite riportate, come rilevò l’autopsia disposta dalla procura della Repubblica di Sulmona. Sotto processo sono finite le due dipendenti in servizio quel maledetto giorno. I loro legali, Alessandra Baldassarre e Antonietta Pace, avevano chiesto una perizia supplementare per accertare se nella casa di riposo i ricoverati fossero autosufficienti. Gli avvocati hanno sostenuto infatti che le due imputate non avrebbero potuto assistere contemporaneamente tutti gli ospiti della struttura, bisognosi di assistenza continua. Ma la tesi difensiva non è bastata per evitare la condanna. La pena resta sospesa e la sentenza sarà appellata. La parte civile, la figlia dell’anziano morto nella struttura, è stata assistita dall’avvocato Piercarlo Cirilli.

Andrea D’Aurelio

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