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SULMONA – Linee tagliafuoco, ristoro per volontari e straordinario del personale. Non solo ettari bruciati. L’emergenza incendi comincia a svuotare anche le casse dei singoli comuni coinvolti dal rogo del Morrone, divampato lo scorso 20 agosto. Chiusa l’emergenza inizia la fase due che prevede, fra le altre cose, la conta delle spese. Solo per sostenere il costo dei pasti distribuiti ai volontari e agli uomini impegnati nelle operazioni di spegnimento, da Palazzo San Francesco dovranno essere sborsati almeno 5 mila euro. Questa infatti la somma prevista nella determina dirigenziale pubblicata sull’Albo Pretorio del sito istituzionale del Comune. Da quantificare, al momento, le spese relative allo straordinario dei dipendenti e alla costruzione della linea tagliafuoco. Gli uffici comunali sono al lavoro per tirare le somme ma già si ha contezza del giro di forze umane che ha interessato prima il Coc e poi il Com. In media sono intervenute dalle 150 alle 350 persone al giorno, come riporta il quindicinale di Zac. Al via la conta delle spese anche a Pratola Peligna dove il grande cuore pratolano, in un momento di emergenza così forte, si è fatto sentire. I commercianti hanno messo da parte crisi e difficoltà pur di dare manforte, con il loro contributo, ai volontari. Dagli esercenti sono arrivati prodotti di ogni genere. Il ristoro dei volontari comporterà comunque una spesa alle casse comunali, ancora da quantificare, mentre la costruzione della linea tagliafuoco sul Colle delle Vacche non supererà i 20 mila euro ma per conoscere tutte le somme in uscita bisognerà attendere ancora qualche giorno. Si muove per la conta dei costi anche il comune di Roccacasale con il suo ufficio tecnico mentre parte il pressing dei sindaci del Centro Abruzzo per la dichiarazione dello stato di emergenza che compete al governo, dopo la richiesta presentata dalla Giunta Regionale. Un riconoscimento che rappresenta una boccata d’ossigeno per i singoli territori con benefici economici e azioni di ripristino di immobili e infrastrutture distrutte (strade, sentieri, rifugi, eremi, abbeveratoi, stazzi etc) oltre ad aiuti per i danni causati al patrimonio pubblico e privato dagli incendi. Ma l’ultima parola deve arrivare da Palazzo Chigi.

Andrea D’Aurelio

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