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SULMONA – Non si spengono le polemiche all’indomani dell’emergenza incendi sul Morrone. A togliersi qualche sassolino dalla scarpa questa volta è il Cai che ripropone il tema della prevenzione, si dichiara contrario al rimboschimento e condanna le “lacrime di coccodrillo”. “Adesso che il danno è fatto” spiegano dal Cai cittadino “tutti a stracciarsi le vesti e piangere lacrime di coccodrillo”. I volontari del Cai quotidianamente a contatto con la montagna segnalano l’incuria sul Morrone. Dopo la bufera del marzo 2015 gli alberi abbattuti sono stati lasciati a seccare ” Negli anni passati” rimarcano “non sono state destinate risorse alla cura del bosco e più in generale alla montagna. Nei mesi passati si è assistito a lunghe ed accese discussioni su come impiegare quella pioggia di soldi che dovevano essere i fondi FAS, quanti euro sono stati destinati alla cura del bosco ed alla prevenzione degli incendi?”- si chiedono dal Cai. “Si pensa al turismo ma non sono stati mai trovati qualche migliaio di euro da destinare alla manutenzione dei sentieri neanche nelle aree protette tanto che il Parco della Majella ha dovuto richiedere la collaborazione di varie associazioni per poter mantenere la fruizione dei sentieri. Dopo tanti mesi la Provinciale Morronese tra Sulmona e Pacentro, e la strada tra Pacentro e Passo San Leonardo sono ancora chiuse”. Il Cai, inoltre, ricorda che nell’agosto del 1978 si sviluppò un incendio sul Morrone che partì proprio dalla frazione di Le Marane. “L’incendio” riprendono ” fu affrontato da Forestali, Vigili del Fuoco, soldati dell’Esercito e da cittadini comuni armati di “pala e picca”. L’incendio fu domato in tre giorni.

Andrea D’Aurelio

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