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Multe da 25 a 250 euro e, nei casi gravi o di recidiva, denuncia all’autorità giudiziaria. Arrivano le prime ordinanze dei comuni peligni contro l’uso improprio dell’acqua potabile, dopo il sollecito della Saca, che ha chiesto ai sindaci di adottare gli opportuni provvedimenti, alla luce della crisi idrica che sta interessando l’intero paese. A fare da apripista sul territorio sono i comuni di Pratola Peligna, Introdacqua e Villalago con le ordinanze dei rispettivi primi cittadini, Antonella Di Nino, Cristian Colasante e Fernando Gatta. Con il provvedimento sostanzialmente è fatto divieto di “utilizzare l’acqua potabile per irrigare orti, giardini, per il lavaggio di macchine e per tutti gli altri usi diversi, previsti dal vigente regolamento e dalla concessione”. Vietato anche il “prelievo di acqua irrigua dai canali prospicienti le proprietà private e da parte di coloro che hanno diramazioni fisse autorizzate, senza che preventivamente sia stata prenotata l’acqua al distributore incaricato”. I trasgressori sono puniti con la sanzione amministrativa da 25 a 500 euro. Anche Sulmona si riserva di adottare apposita ordinanza per prevenire la crisi idrica sul territorio comunale, non senza le dovute interlocuzioni. Ieri il sindaco, Gianfranco Di Piero, ha chiesto al Presidente del cda della Saca, Luigi Di Loreto, di limitare la chiusura delle fontane pubbliche in determinate fasce orarie, prevalentemente tardo pomeriggio e notte, al fine di non far mancare il necessario refrigerio alla popolazione, soprattutto per le alte temperature di stagione. “Stiamo vedendo quali e quante fontane chiudere. Settimana prossima definiremo il tutto”- fa sapere Di Loreto che ha inteso mettere in campo tutte le misure per preservare il bene prezioso dell’acqua. Anche tenendo conto di una stagione che si annuncia senza pioggia. Verosimilmente saranno chiuse tutte le fontane, fatta eccezione di quelle storiche, sperando che la lotta allo spreco passi attraverso un nuovo approccio culturale.

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