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SULMONA – Muore in ospedale a distanza di una settimana dall’intervento chirurgico e scatta l’inchiesta. Sarà la magistratura a far luce sul decesso di Antonio Di Paolo, 71 enne di Pescasseroli già assessore comunale in paese, morto lo scorso 8 settembre nel nosocomio dell’Annunziata. La Procura della Repubblica di Sulmona ha aperto un fascicolo sul caso, dopo la denuncia dei familiari, per ricostruire tutti i passaggi legati alla degenza dell’uomo in ospedale e per accertare eventuali responsabilità. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo e al momento sono sette i medici iscritti nel registro degli indagati come atto dovuto. Da quanto si è appreso il 71 enne sarebbe entrato in ospedale lo scorso 14 agosto per un ittero fino a quando poi si sono resi necessari una serie di esami e prestazioni sanitarie che hanno portato all’intervento chirurgico di colecistectomia eseguito lo scorso 31 agosto. La morte risale all’8 settembre e i familiari hanno chiesto agli organi inquirenti di far luce sul caso. I congiunti di Di Paolo contestano ai medici di aver agito con imperizia, sostenendo cioè che quell’intervento abbia lasciato dei danni che avrebbero portato al decesso. Diversa la versione degli indagati secondo i quali l’uomo aveva un quadro clinico già critico e soffriva di alcune patologie. Secondo i sanitari la morte, avvenuta oltre una settimana dopo dall’ultimo intervento, non sarebbe riconducibile allo stesso e il paziente addirittura una sera avrebbe dato in escandescenza. Alla Procura il compito di chiarire le singole responsabilità. La salma intanto, dopo l’esame autoptico svolto dall’anatomopatologo Ildo Polidoro, è stata riconsegnata ai familiari per la celebrazione delle esequie già officiate nella Chiesa Parrocchiale dei Ss Apostoli Pietro e Paolo di Pescasseroli. Il medico legale ha effettuato tutti i prelievi del caso e ha raccolto l’intera documentazione medica, sequestrata dalla magistratura, per ricostruire tutti i passaggi legati alla degenza dell’uomo, dal ricovero a tutti gli esami effettuati fino al decesso.

Andrea D’Aurelio

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