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SULMONA – Negozi sfitti più puliti per la Giostra Cavalleresca. Se quindici dei negozi chiusi in città hanno cambiato volto grazie all’associazione Meraki che ha fatto installare vetrofanie ispirate ai miti della Metamorfosi, i proprietari che non si sono ancora adeguati all’ordinanza sindacale, pur avendo pagato la sanzione, non hanno ripristinato il decoro. Per questo i residenti del centro storico spingono il piede sull’acceleratore e chiedono di avviare la fase due con una nuova ordinanza indirizzata solo ai proprietari inadempienti. Ci sta lavorando il sindaco di Sulmona Annamaria Casini intenzionata ad avviare un confronto sul tema con la Polizia Municipale. In tre mesi sono state sette le contravvenzioni esperite dalla Polizia Locale che aveva presentato già una folta documentazione con tanto di relazione sullo stato dei negozi chiusi in centro storico. L’ordinanza prevede, fra le altre cose, di tenere pulite da scritte e da tutto ciò che genera degrado, le facciate degli edifici che prospettano sulla pubblica strada; tenere pulite le saracinesche, eliminare i rifiuti e gli oggetti vari accumulati e gettati all’interno degli immobili o nell’intercapedine tra le saracinesche e le vetrine; tenere pulite le vetrine e gli spazi commerciali vuoti visibili dalle strade o eventualmente oscurare completamente le vetrine stesse con pannelli dai colori monocromi tenuti in modo che gli interni non siano visibili; mantenere lo stato di decoro delle vetrine nella parte visibile interna, se non si è proceduto ad un adeguato e decoroso oscuramento delle vetrine, che comunque devono essere mantenute prive da ogni messaggio pubblicitario non autorizzato, ad eccezione delle comunicazioni di trasferimento delle attività commerciali in altro luogo e della offerta di vendita o locazione. Ma le sanzioni non risolvono tutti i problemi nel senso che pagare la multa non significa rimettere in ordine i negozi sfitti. Dovrà scattare quindi la fase due che prevede nuove ordinanze indirizzate solo ai proprietari che non si sono ancora messi in regola.

Andrea D’Aurelio

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