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SULMONA – Non presterà servizio fino a nuova comunicazione. E’ la sofferta decisione maturata dal medico del carcere di Sulmona Effati Homayoun che nei giorni scorsi aveva chiesto aiuto dopo i mancati compensi degli ultimi otto mesi. Risolto un problema se ne presenta un altro. “Non è mia abitudine sottrarmi agli impegni presi o tirarmi indietro nei momenti difficili, ma la mia posizione contrattuale con l’istituto penitenziario, la tipologia di rapporto professionale con la Asl non mi assicurano quelle stesse garanzie e coperture degli atri colleghi impegnati nella struttura ma con una ben diversa regolamentazione contrattuale”- ha scritto il medico spiegando che, senza le adeguate garanzie e tutele, la sua continuità lavorativa rischia di essere compromessa. Per questo il medico ha dato comunicazione che dal 4 dicembre fino a diverse indicazioni non presterà servizio. In un momento di piena pandemia non è una buona notizia per il carcere sulmonese dove si lotta per contenere la diffusione del contagio in un ambiente coatto. Questa mattina sono scattati i trasferimenti per una trentina di detenuti negativi nelle altre strutture regionali. Il Dipartimento ha accolto la seconda delle tre ipotesi di cui Onda Tg aveva parlato nei giorni scorsi. I trasferimenti servono a liberare spazi nella struttura penitenziaria in modo da isolare i detenuti positivi. E’ un processo lento ma necessario. Forse tardivo come direbbe la Uil alla luce delle proposte pervenute nelle ultime settimane. Ma meglio tardi che mai. Nel frattempo crescono le richieste di cure ospedaliere dopo i sette agenti ricoverati tra gli ospedali di Sulmona, Pescara e L’Aquila.

Andrea D’Aurelio

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