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SULMONA – “Mio figlio non doveva stare in carcere viste le sue condizioni di salute”. E’ quanto sostiene la madre di Mariano Di Rocco, il detenuto 56 enne di Sulmona, trovato morto l’altro giorno nella sua cella del carcere di Castrogno, dove stava scontando la pena definitiva di alcuni reati. La Procura della Repubblica di Teramo ha aperto un’inchiesta sul caso dopo la denuncia contro ignoti presentata dalla madre del 56 enne che chiede agli organi inquirenti di fare piena luce sul caso, di accertare cioè eventuali responsabilità in merito alle due istanze di scarcerazione rimaste inevase, depositate dai legali dell’uomo, Paolo Vecchioli e Stefano Michelangelo. Secondo gli avvocati il quadro clinico del detenuto non era compatibile con il regime carcerario. Per questo è stata chiesta la scarcerazione per addivenire alle cure in ospedale o alla detenzione domiciliare. “E’ tutto documentato con perizie e attestazioni. Qualcuno mi dovrà dire perché quelle istanze non state accolte. Sono sempre più convinto che la legge è uguale per tutti ma non tutti siamo uguali di fronte la legge”- tuona l’avvocato Vecchioli in un’intervista telefonica rilasciata a Onda Tg. Di Rocco avrebbe finito di scontare la pena a febbraio. Dopo la denuncia contro ignoti è stato aperto quindi il relativo fascicolo come atto dovuto. Il magistrato di turno ha affidato questa mattina l’incarico per lo svolgimento dell’esame autoptico all’anatomopatologo, Giuseppe Sciarra. Anche la parte offesa ha incaricato il suo perito. Si attende l’esito dell’autopsia che sarà svolta nelle prossime ore.
Andrea D’Aurelio

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