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SULMONA – Sfrattata due volte in nove mesi. Prima dal superbonus e poi dalla casa parcheggio. Ha dell’incredibile la storia che vede protagonista una 70 enne di Sulmona che dovrà lasciare l’immobile di via Torta, assegnatole dal Comune esclusivamente per il periodo di quarantena. Dopo la seconda intimazione notificata a gennaio dagli uffici di Palazzo San Francesco, l’altro giorno la Giunta Comunale di Palazzo San Francesco, con apposita delibera, ha stabilito di “fare precetto e avviare la fase di esecuzione per rilascio
dell’immobile”. Da qui l’incarico affidato all’avvocato, Valeria Palma, per le determinazioni del caso. La donna, a causa dell’infezione da Coronavirus, aveva ottenuto lo scorso 7 luglio una casa parcheggio con procedura d’urgenza. La negativizzazione è avvenuta nel giro di una ventina di giorni. Il 4 agosto, quando è scattato il sopralluogo della Polizia Locale, la sulmonese non si è resa reperibile. Per cui non si è potuto procedere al rilascio spontaneo dell’immobile. Da qui la notifica del messo comunale del 3 agosto scorso che ha intimato alla donna di lasciare la casa parcheggio nel giro di quindici giorni. Passano altri mesi e dal Comune provvedono con ulteriore diffida, contestata lo scorso settembre dall’avvocato, Maria Grazia Lepore, poichè si rappresentava “la sussistenza di altri profili integranti lo stato di necessità, idonei come tali a giustificare la proroga dell’assegnazione”. L’ente a sua volta, rispondendo all’opposizione, rimarcava
come “l’esercizio delle funzioni socio assistenziali dovesse esplicarsi in modo da garantire la pari opportunità ed uguaglianza fra i cittadini bisognosi, nonché il rispetto delle procedure regolamentari
e normative”. Da qui la determina dirigenziale di Palazzo San Francesco, dello scorso gennaio, che intimava il rilascio dell’immobile occupato senza titolo entro trenta giorni dalla notifica del provvedimento. Lo scorso 29 marzo la Giunta ha dato all’ok al precetto e alla fase esecutivo. Una vicenda imbarazzante nonchè estrema che poteva essere gestita diversamente e ripropone una condizione di disagio. Va ricordato che la donna, in passato, avrebbe declinato alcune proposte dei coinquilini di via Avezzano che si erano messi a sua disposizione per alloggi temporanei nelle more dell’esecuzione dei lavori del superbonus. Lavori che la donna aveva deliberato in assemblea per poi fare un passo indietro, viste le patologie e le condizioni di salute, intentando ricorsi in Tribunale. Morale della favola? Per la donna arriva un altro sfratto, che sarà impugnato dal suo avvocato, mentre il cantiere del superbonus non è stato ancora allestito. E’ tutto pronto da mesi ma si attende un feedback da parte delle banche. Sostanzialmente rispetto a qualche anno fa lo scenario si è complicato. Incredibile ma vero.

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