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SULMONA – Dissenteria, dolori allo stomaco, sensazioni di vomito e per qualcuno anche febbre alta. Una sintomatologia diffusa che all’inizio aveva fatto pensare all’infezione da Covid. Poi, come hanno accertato dalle prime analisi, allo stafilococco. Fatto sta che la cena in campagna si è trasformata in una lunga convalescenza per sei quindicenni sulmonesi che, nei giorni scorsi, approfittando della bella stagione, si sono ritrovati per una grigliata all’aperto. Per nessuno di loro si è reso necessario il trasferimento in ospedale anche se, almeno alcuni, hanno perso cinque chili in cinque giorni. Nel senso che la disidratazione è acclarata. Gli strascichi della sintomatologia si sono estesi per un arco temporale di circa dieci giorni per questo le famiglie si sono attivate, unitamente ai medici di famiglia, per far analizzare le feci. I primi responsi hanno permesso di scoprire il batterio dello stafilococco che si manifesta solitamente sulla pelle, sul naso, sulla gola e a volte nell’intestino. La trasmissione avviene in seguito al contatto con una persona o con superfici infette e in alcuni casi dopo ingestione di cibi contaminati. Del caso è stato informato il servizio di prevenzione Asl. “Solitamente l’incubazione dello strafilococco avviene nel giro di 8-12 ore. Per cui una manifestazione già a 36 ore può essere rara”- spiegano gli addetti ai lavori- “è più plausibile l’ipotesi di una contaminazione del campione”. Al momento in tre si sono sottoposti agli esami ma solo un responso è arrivato alla Asl. Per un’indagine più efficace servirebbero almeno quattro-cinque prelievi, spiegano ancora gli operatori, che al momento non pensano alla contaminazione della filiera della carne di cavallo, acquistata nel pomeriggio della grigliata in un supermercato cittadino. Da segnalazioni informali si è appreso che anche una donna, che nulla ha avuto a che fare con la cena, avrebbe accusato una sintomatologia simile dopo aver acquistato la stessa carne in altro supermercato. Va tuttavia rilevato che, tra i giovanissimi che hanno partecipato alla grigliata, c’è anche chi avrebbe mangiato la stessa carne senza accusare sintomi. Il “giallo” insomma non è risolto e si resta in attesa di ulteriori accertamenti. Una parte delle famiglie sospetta la contanimazione nell’azienda che rifornisce il supermercato anche se non si conoscono le modalità di cottura. E’ necessario verificare se è stata utilizzata la stessa forchetta, se la carne è stata cotta troppo tardi e lasciata fuori dal frigo, se prima della cottura è stata rispettata l’igiene delle mani. La segnalazione dell’ultimo minuto riguarda anche la filiera dell’acqua. Nel senso che i giovanissimi della cena, come riferisce un genitore, avrebbero mangiato pomodori dopo il lavaggio nel canale irriguo. Per cui le indagini potrebbero allagarsi anche se difficilmente, in questo caso, si tratterebbe di stafilococco. Insomma le verifiche a tutto campo non si fermano per venire a capo della vicenda. “Non possiammo giungere a conclusioni affrettate. Aspettiamo le ulteriori analisi” concludono i genitori.

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