banner
banner
banner
banner

È la notte per eccellenza, quella che gli adulti non hanno ancora dimenticato (e molti sognano ancora nei peggiori incubi). È la notte prima degli esami, quella che per 544 studenti del Centro Abruzzo precede la prima prova della maturità: 244 Polo Fermi, 200 Istituto Ovidio, 100 in Alto Sangro. Ansie, paure, lecita agitazione: c’è chi la passerà in bianco, chi – pochi – la passerà sereno perché tranquillo di quanto studiato. E c’è chi si consolerà con il brano di Antonello Venditti, diventata un vero e proprio inno a questo momento di passaggio così delicato nella vita di ognuno. Una notte “di lacrime e preghiere”, sicuramente non di sonni tranquilli e rilassanti. Non importa quanto tempo è passato, quando arriva il periodo degli esami di maturità ognuno anche inconsciamente, pensa a quando è toccata la stessa sorte che oggi capita a coloro che sono sul punto di abbandonare per sempre la scuola superiore. E, se è vero che le note di Venditti sono da sempre bandite – per scaramanzia, per non creare ansie, chissà – nelle settimane antecedenti le prove, non si può evitare di farle risuonare almeno una volta nella testa, per quanto ben caratterizzino le emozioni e le paure dei maturandi dal 1984 a oggi. Tante cose sono cambiate in 40 anni: a rimanere fisse la prima prova di italiano, mai cambiata, e la seconda di indirizzo. La terza prova è ormai un ricordo lontano. Si comincia con il classico tema mentre il 20 giugno sarà la volta della seconda prova, che riguarda le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio. È previsto, infine, un colloquio, che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale delle studentesse e degli studenti. “Occhio al bello scrivere. Con anima e passione verrá fuori il meglio di voi. Questa notte la ricorderete per sempre. Notte importante che segna una fine e lascia all’alba nuovi inizi fatti di cambiamento. Siete stati la nostra forza e la nostra vita. Siate domani il valore aggiunto che avete costruito in un lustro. Donate il vostro cuore sempre e il tempo sembrerá essere infinito perché lo dilaterete con il vostro essere capaci di stare al mondo pieni di humanitas”- commenta una preside. L’esame di maturità spaventa tutti da sempre ma poi, nel guardarsi indietro, ci si rende conto di come sia un traguardo che può portare con sé anche ottimi ricordi, di un’età senza pensieri dove tutto è possibile e dove, dopo le prove, tutto è assolutamente ancora possibile. D’altronde Venditti l’aveva detto: “Maturità, t’avessi preso prima”.

Lascia un commento