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SULMONA – Ai Carabinieri aveva riservato parole non proprio gentili dopo essere stata fermata per i controlli. Poi, una volta portata in caserma per gli accertamenti di rito, aveva tirato fuori uno spray al peperoncino dalla borsa. Senza usarlo. Ma tanto è bastato per farla finire sotto processo. Ieri, per una 40 enne romena D.H., è arrivata la condanna del Tribunale di Sulmona a venti giorni di reclusione e al pagamento delle spese processuali per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale e per il rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale. La romena si trovava all’esterno di una stazione di servizio e la sua presenza era stata segnalata al centralino del 112 perchè- a detta dei passanti e dei clienti- stava dando fastidio agli avventori. I Carabinieri, giunti sul posto per controllare di persona la situazione, hanno chiesto i documenti ma la donna prima avrebbe offeso i militari etichettandoli con un epiteto ( “sti stronzi”) e poi, come se non bastasse, si è rifiutata di declinare le proprie generalità. E’ scattato a quel punto il trasferimento presso la caserma di via Sallustio dove la donna è stata identificata per essere poi deferita all’autorità giudiziaria. E lì che la 40 enne romena ha tirato fuori dalla borsa uno spray al peperoncino anti-aggressione che ha dato modo ai Carabinieri di aggravare l’accusa. In realtà, come dimostrato nel corso del processo, lo spray è stato mostrato dalla donna solo perchè stava cercando l’accendino, custodito nella stessa borsa. Quella “bomboletta” di fatto non è stata usata contro i Carabinieri. Per questo il giudice monocratico, Concetta Buccini, ha pronunciato la sentenza di assoluzione per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e contestualmente ha condannato la donna a venti giorni di reclusione ( pena sospesa) per oltraggio a pubblico ufficiale ( il riferimento è alle parole “garbate” riservate ai Carabinieri) e per essersi rifiutata di indicare le proprie generalità.

Andrea D’Aurelio

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